La donna della famosa foto del Vietnam, oggi
A nove anni Kim Phúc fu fotografata nuda e in lacrime dopo un bombardamento al napalm: dopo quarant'anni sarà curata gratis negli Stati Uniti (e fotografata dallo stesso reporter di allora)
Un lungo articolo pubblicato da Associated Press ha raccontato l’inizio del processo di guarigione di Kim Phúc, la protagonista della foto più famosa che fu scattata durante la guerra combattuta dal 1955 al 1975 in Vietnam. Kim Phúc aveva solamente nove anni quando l’8 giugno 1972 fu fotografata mentre scappava nuda e in lacrime dopo un attacco al napalm che colpì Trang Bang, un villaggio vicino Saigon.
La fotografia fu scattata dal fotografo di Associated Press Nick Ut, che l’anno successivo vinse per questa immagine il premio Pulitzer per la fotografia. Phúc è sopravvissuta e dall’inizio degli anni Novanta vive in Canada assieme a suo marito, da rifugiata politica: oggi ha 51 anni ma soffre da sempre a causa delle ferite di quel bombardamento. A settembre ha però iniziato una cura lunga e complessa che allevierà i suoi dolori. Associated Press l’ha seguita durante e dopo la prima sessione di cure, raccontando che tipo di vita conduce e in cosa consisterà il trattamento.
Quel giorno
Nel giugno del 1972 i soldati statunitensi avevano cominciato da tempo un graduale ritiro dal Vietnam meridionale, ma i combattimenti con le forze del nord comunista erano rimasti molto intensi in diverse zone del paese. L’8 giugno, in un paesino di nome Trang Bang, un gruppo di cacciabombardieri dell’aviazione sudvietnamita attaccò con le bombe al napalm un’area attaccata in precedenza da due divisioni nordvietnamite, e intorno a cui si combatteva da diversi giorni.
Kim Phúc, che allora viveva a Trang Bang con la sua famiglia, si riparava da tre giorni nel tempio Cao Dai (una religione monoteista diffusa in Vietnam e fondata negli anni Venti del Novecento) quando le bombe al napalm cominciarono a cadere sull’edificio. Per errore i cacciabombardieri sudvietnamiti stavano sganciando bombe al napalm sulle posizioni dei soldati sudvietnamiti che cercavano di resistere all’attacco e su diverse costruzioni in cui si erano rifugiati i civili, tra cui il tempio. Il napalm è una sostanza acida altamente infiammabile, che venne sganciato a tonnellate nelle operazioni militari in Vietnam. Il braccio sinistro di Phúc prese fuoco assieme ai suoi vestiti, che si strappò di dosso. Insieme ai suoi fratelli e ai suoi cugini scappò dal tempio e cominciò a correre – gridando “Scotta! Scotta!” – lungo la strada, unendosi a soldati sudvietnamiti e ad altri abitanti del villaggio che andavano verso le posizioni controllate dall’esercito sudvietnamita. Il fotografo dell’Associated Press Huynh Cong “Nick” Ut scattò l’immagine dei bambini e dei soldati sudvietnamiti in fuga: al centro di una delle sei foto scattate da Ut quel giorno e spedite ad Associated Press, c’era Kim Phúc.
Poco dopo aver scattato la foto Ut, che aveva 21 anni, fece salire la bambina su un furgoncino di Associated Press e la portò in un piccolo ospedale. Ut ricorda che mentre era a bordo del furgoncino la bambina piangeva e diceva che stava per morire. Una volta lasciata Kim all’ospedale, Ut tornò a Saigon, sviluppò la pellicola nel suo studio e la girò ai suoi superiori. La foto venne pubblicata nei giorni successivi in molti dei principali quotidiani statunitensi – finì in prima pagina sul New York Times del 9 giugno – e in generale fece molta impressione nell’opinione pubblica. Ancora oggi è una delle foto più famose di tutto il conflitto. Dopo la guerra, Phúc iniziò a studiare medicina ma fu costretta ad abbandonare la scuola dal governo, che la obbligò a lavorare come guida turistica e da “simbolo vivente” in tour guidati per i giornalisti stranieri. Anche il primo ministro vietnamita Phạm Văn Đồng si interessò alla sua storia, la conobbe personalmente e permise che andasse a studiare a Cuba. Qui Phúc conobbe un giovane ragazzo vietnamita: si sposarono nel 1992. Dopo il viaggio di nozze a Mosca, decisero di abbandonare i paesi comunisti e scapparono in Canada: oggi vivono ancora lì, in periferia di Toronto, e hanno due figli di 21 e 18 anni.
Come sta Phúc
Kim Phúc non si è mai ripresa del tutto dalle ferite riportate nel bombardamento al napalm dell’8 giugno 1972. I dottori stimarono che circa un terzo del suo corpo aveva subito delle gravissime bruciature. Ai tempi le persone che soffrivano ustioni così gravi morivano se anche solo il 10 per cento del loro corpo ne era stato affetto. Phúc in qualche modo si salvò, ma la sua vita è rimasta condizionata da quel giorno. Il napalm infatti aveva fatto sì che il fuoco bruciasse la sua pelle molto a lungo, distruggendo vari strati di collagene – la principale proteina che si trova nella pelle – e lasciando cicatrici spesse quasi quattro volte un normale strato di pelle. Negli anni ha subito diversi interventi di chirurgia, nessuno dei quali ha eliminato il dolore. Racconta Associated Press:
Negli anni Kim Phúc ha dovuto eseguire dolorosi esercizi per mantenere una certa capacità di movimento: eppure il suo braccio sinistro – quello coperto di cicatrici – non ha la stessa liberà di quello destro, e il suo desiderio di imparare a suonare il pianoforte è stato vanificato da una certa rigidità nella mano sinistra. Movimenti quotidiani come tenere la borsetta sulla spalla sinistra sono semplicemente troppo difficili, per lei. Al contempo le terminazioni nervose della superficie danneggiata le procurano dolori casuali e senza rimedio.
Il trattamento
Un giorno il suocero di Jill Waibel, una dottoressa che lavora per il Miami Dermatology and Laser Institute, sentì Phúc parlare in una chiesa e la contattò suggerendole di andare da Waibel, che da dieci anni si occupa di curare con il laser ferite da ustioni e da contatto col napalm. Ciascuna seduta per curare le ferite costa circa 1.500 dollari, ma Waibel si è offerta di curare Phúc gratuitamente. La prima seduta per Kim è stata organizzata il 26 settembre a Miami, ed è stata documentata e fotografata da Nick Ut: lo stesso fotografo che 43 anni fa le scattò la celebre foto in Vietnam (Ut e Phúc sono rimasti in contatto, negli anni: Phúc lo chiama “zio Ut”). Ogni seduta comporta l’assunzione di antidolorifici e un intervento al laser piuttosto doloroso. Secondo Phúc si tratta comunque di trattamenti meno dolorosi di quelli che ha subito da giovane. Associated Press ha raccontato come funziona la terapia dopo aver parlato con Waibel:
Waibel ci ha spiegato che il tipo di laser impiegato nella cura di Kim è stato originariamente sviluppato per ridurre le rughe attorno agli occhi. Il laser riscalda la pelle fino a farla “bollire”. La procedura crea dei piccoli buchi nella pelle, cosa che permette a una crema che ricostruisce il collagene di essere riassorbita attraverso la durissima scorza delle cicatrici.
Secondo Waibel ci vorranno fino a sette altre sedute per completare il trattamento, da tenere nei prossimi otto o nove mesi. Phúc si è detta «davvero felice e grata».