Gianni Infantino candidato a presidente della FIFA
Chi segue il calcio lo conosce anche se ancora non lo sa. Oggi scade il termine per presentare le candidature
Lunedì 26 ottobre scadono i termini stabiliti per presentare le candidature per le prossime elezioni del presidente della FIFA, la federazione mondiale che gestisce il calcio professionistico. Le elezioni si terranno il 26 febbraio 2016. Nuove elezioni sono state indette dopo che Sepp Blatter, 79enne storico e controverso presidente dal 1998, ha annunciato le sue dimissioni lo scorso giugno in seguito alle inchieste sui presunti giri di tangenti all’interno della FIFA (e al momento è anche sospeso dalla carica per via di un’altra inchiesta sulla sua gestione della FIFA avviata in Svizzera).
La notizia del giorno è che la UEFA, la confederazione che riunisce le federazioni nazionali europee, ha trovato un nuovo candidato, dopo che all’inizio di ottobre il suo presidente e candidato originario Michel Platini è stato sospeso per un mese e mezzo dal comitato etico della FIFA per un’inchiesta su una presunta tangente che avrebbe ricevuto da Sepp Blatter (anche Blatter è stato sospeso per un mese e mezzo). Il nuovo candidato della UEFA è Gianni Infantino, che è svizzero, ha 45 anni e dal 2009 è Segretario generale della UEFA (gli appassionati di calcio lo conoscono bene: è lui che da qualche anno conduce e dirige i sorteggi delle varie edizioni di Champions League ed Europa League).
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Per il momento assieme a Infantino altre sei persone hanno detto di aver sottoposto la propria candidatura alla FIFA, che per approvarla richiede che sia sostenuta da almeno cinque federazioni nazionali: lo sceicco Salman bin Ebrahim al Khalifa del Bahrein, il politico sudafricano Tokyo Sexwale, il principe di Giordania Ali Bin al Hussein, l’ex giocatore di Trinidad e Tobago David Nakhid, l’ex dirigente francese della FIFA Jérôme Champagne e il capo della federazione calcistica liberiana Musa Bility. Fra questi, al momento la candidatura più forte è comunque quella di Infantino, che sembra il favorito.
Chi è Infantino
Infatino è nato a Briga, in Svizzera, nel 1970. Parla correttemente inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano. Dopo essersi laureato in giurisprudenza ed essere diventato avvocato, si è occupato di diritto sportivo. In uno dei suoi primi incarichi importanti, è stato segretario del Centro Internazionale Studi Sportivi all’Università di Neuchâtel, in Svizzera. Dal 2000 lavora per la UEFA, dove fu assunto come direttore della divisione Affari Legali e Licenze per club. Dal 2009 è diventato segretario generale della UEFA intera, per conto della quale negli anni ha anche gestito i rapporti con entità politiche come la Commissione europea e il Consiglio europeo. È considerato molto vicino a Platini, di cui ha praticamente ereditato i compiti di presidente in seguito alla sua sospensione. Secondo il sito della UEFA, Infantino parlerà della sua candidatura in un comunicato che verrà diffuso nella serata di lunedì.
E Platini?
Michel Platini – che da giorni nega tutte le accuse che gli sono state rivolte – per il momento non ha ritirato la sua candidatura, nonostante la stessa UEFA lo abbia sostanzialmente scaricato. Dopo la sospensione ordinata dal comitato etico, la sua posizione era comunque rimasta ambigua: Platini aveva presentato la sua candidatura prima di essere sospeso, e non era chiaro se la decisione del Comitato Etico avrebbe avuto qualche conseguenza su di essa. Il 20 ottobre, la FIFA ha diffuso un comunicato nel quale non cita mai direttamente Platini, ma in cui precisa che non prenderà in considerazione le candidature presentate da «persone che stanno scontando una sospensione da attività legate al calcio», anche se «sono state presentate nei tempi e nei modi corretti». La FIFA ha però precisato che «in caso la sospensione finisca o venga interrotta prima delle elezioni» – cioè proprio nel caso di Platini – un Comitato Elettorale deciderà cosa fare di quella candidatura. In sintesi: nel caso Platini una volta scontata la sospensione sia ancora deciso a candidarsi, un apposito Comitato deciderà se consentirgli o meno di presentarsi alle elezioni di febbraio.
Tutti gli altri candidati
Infantino e Platini a parte, altre sei persone hanno detto di aver consegnato la propria candidatura alla FIFA. Il più famoso fra loro è probabilmente Ali Bin al Hussein, che ha 39 anni, dal 2011 fa parte del Comitato Esecutivo della FIFA e in passato è stato piuttosto critico con Blatter: ad esempio chiese che venisse diffuso l’intero rapporto Garcia, un’indagine del Comitato Etico FIFA sull’assegnazione a Russia e Qatar dei Mondiali di calcio 2018 e 2022. Fra gli altri, Tokyo Sexwale è un importante politico sudafricano che faceva parte del comitato che gestì la candidatura del Sudafrica per i Mondiali del 2010; David Nakhid è un ex giocatore di Grasshoppers, Waregem e New England Revolution che possiede una catena di accademie calcistiche; Jérôme Champagne è un ex giornalista della rivista France Football ed ex vicesegretario generale della FIFA, che ha lasciato nel 2010. Al Khalifa è invece un membro della famiglia reale del Bahrein, mentre Musa Bility è il secondo africano della storia a candidarsi alla presidenza FIFA (il primo è stato Issa Hayatou, al momento presidente reggente della FIFA a causa della sospensione di Blatter).