Le facilitazioni fiscali per Starbucks e FIAT sono illecite
I governi di Lussemburgo e Paesi Bassi dovranno recuperare milioni di tasse non ricevute per i regimi fiscali di favore che avevano concordato con le aziende
La Commissione europea ha stabilito che gli accordi fiscali concessi a Starbucks e FIAT nei Paesi Bassi e in Lussemburgo negli ultimi anni non sono legali, di conseguenza le due aziende dovranno pagare ai governi dei due paesi la quota di tasse non versate: tra 20 e 30 milioni di euro per ciascuna.
La decisione è stata presa dopo due anni di indagini, partite anche grazie al cosiddetto scandalo “LuxLeaks”, che alla fine del 2014 rivelò informazioni sugli accordi fiscali tra grandi multinazionali e i governi di alcuni paesi, pur di aumentare le loro entrate fiscali. Semplificando, le aziende hanno sfruttato queste condizioni per spostare i loro ricavi da una controllata locale a un’altra, in paesi in cui potevano ottenere regimi fiscali più convenienti. Le indagini negli ultimi anni non hanno riguardato solo Starbucks e FIAT, ma anche altre grandi società come Apple e Amazon, coinvolgendo i governi di paesi sospettati di fare una sorta di concorrenza sleale in termini di tassazione rispetto agli altri stati membri dell’Unione europea.
La decisione della Commissione europea non avrà solo ripercussioni sui singoli casi, ma sul sistema stesso delle cosiddette “tax rulings”, cioè gli accordi tra governi e grandi aziende per la tassazione dei loro profitti. Il tema è molto sentito anche negli Stati Uniti, perché molte aziende che beneficiano delle “tax rulings” sono società statunitensi che cercano di ridurre l’impatto delle imposte che devono pagare per le loro attività in Europa. Starbucks da anni convoglia verso i Paesi Bassi il pagamento delle tasse, mentre FIAT ha nel Lussemburgo una controllata per lo stesso scopo.