Il primo processo per Mafia Capitale
È iniziato oggi: tra gli imputati c'è l’ex direttore generale di AMA, l'azienda che a Roma si occupa di rifiuti, al quale è stato negato il rito abbreviato
È cominciato a Roma il primo processo legato all’inchiesta giudiziaria conosciuta come “Mondo di mezzo” o “Mafia Capitale”, che lo scorso dicembre aveva portato all’arresto di decine di persone in Sicilia, in Abruzzo ma soprattutto nel Lazio. Alle 11 è iniziata l’udienza preliminare per il giudizio abbreviato dell’ex direttore generale dell’AMA, Giovanni Fiscon, e di altri quattro imputati: l’istanza è stata respinta per Fiscon e accolta per le altre quattro persone coinvolte. Giovanni Fiscon sarà quindi imputato a partire dal 5 novembre prossimo nell’ambito del processo in cui compariranno altri 40 imputati. AMA è l’azienda municipalizzata che a Roma si occupa di gestione dei rifiuti.
Il rito abbreviato è stato invece accolto per Emanuela Salvatori, ex responsabile del coordinamento amministrativo per l’attuazione del Piano nomadi del comune di Roma; Emilio Gammuto, collaboratore di Salvatore Buzzi, una delle persone al centro dell’inchiesta; Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, accusati di usura nei confronti di un imprenditore.
Fiscon è accusato di corruzione aggravata: avrebbe favorito l’organizzazione di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi in cambio di favori e denaro. La difesa di Fiscon aveva presentato l’istanza di giudizio abbreviato condizionato all’audizione di 26 testimoni tra cui l’attuale presidente di AMA Daniele Fortini, l’ex sindaco Gianni Alemanno e l’ex amministratore delegato di AMA Franco Panzironi, coinvolto a sua volta nell’inchiesta. All’udienza di oggi non è presente il sindaco dimissionario Ignazio Marino, che il 12 ottobre scorso aveva firmato l’atto di costituzione di parte civile per il comune di Roma: lo sostituisce l’assessore alla Legalità e magistrato in aspettativa Alfonso Sabella.
L’AMA – di cui si è parlato molto negli ultimi giorni a causa del licenziamento di decine di dipendenti assunti in passato con pratiche irregolari, e per un’intervista in cui il suo presidente suggerisce che ci sia una corresponsabilità dei cittadini nel degrado di Roma – è l’azienda municipalizzata che sta al centro di uno dei filoni più importanti dell’inchiesta “Mafia Capitale” e di quello che i pm avevano definito un «ramificato sistema corruttivo» che aveva a che fare con l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici.
Il prossimo 26 ottobre comincerà il secondo processo con rito abbreviato legato a “Mafia Capitale”, per l’ex assessore comunale di Roma Daniele Ozzimo insieme ad altre quattro persone. L’accusa della Procura di Roma è sempre corruzione. Il prossimo 5 novembre avrà invece inizio il processo per altre 40 persone che, a vario titolo, sono state accusate di reati che vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso alla corruzione, dalla turbativa d’asta all’estorsione, al riciclaggio e all’usura. Tra gli imputati del 5 novembre ci saranno anche Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.