L’Irlanda vuole sbarazzarsi delle monete da uno e due centesimi
Produrle costa più di quanto valgano: continueranno ad avere valore legale ma la Banca centrale le ritirerà dalla circolazione
A partire dalla fine di ottobre la Banca centrale dell’Irlanda ritirerà gradualmente dalla circolazione le monete da uno e due centesimi di euro. Le monete continueranno ad avere valore legale, ma i negozi saranno invitati ad arrotondare i prezzi alla cifra più vicina che permetta di pagare con le monete da cinque centesimi. Il dibattito sulle monete da uno e due centesimi – che valgono meno di quanto costi produrle – ritorna ciclicamente in moltissimi paesi della cosiddetta “eurozona”, cioè l’insieme dei paesi che adottano l’euro come moneta.
La moneta da un centesimo di euro ha un diametro 1,6 centimetri, quella da due centesimi è da 1,8 centimetri. Entrambe sono alte meno di due millimetri e sono fatte di acciaio placcato in rame (per questo, a causa dell’ossidazione del rame, nel tempo possono inscurirsi o diventare verdastre). Produrre una moneta da un centesimo costa 1,65 centesimi, mentre produrre quella da due centesimi ne costa 1,94. Queste monete finiscono spesso disperse, peraltro: come ha spiegato qualche tempo fa sul Post Davide De Luca, “secondo gli studi della Commissione Europea in alcuni casi il tasso di perdita di questo tipo di monete è stato del 100 per cento (cioè: di un lotto di 100 mila monete, per esempio, tutte finivano fuori dalla circolazione)”.
I negozi irlandesi saranno soltanto invitati e non obbligati ad arrotondare i prezzi, ma nel caso di pagamenti in contanti potranno dare il resto arrotondando fino alla cifra più vicina che permetta di pagare usando le monete da cinque centesimi. Il processo di ritiro è stato deciso dopo un test effettuato nel 2013 a Wexford, al termine del quale l’83 per cento dei cittadini e il 100 per cento dei commercianti si era detto favorevole. Sono preoccupate invece le organizzazioni non governative e quelle che si occupano di beneficenza e volontariato, che riescono a mettere insieme cifre non indifferenti dai salvadanai che mettono nei negozi vicino alla cassa o nelle scuole, e che temono che la decisione possa avere un impatto significativo sulla quantità di donazioni raccolte.
L’Irlanda fin qui ha prodotto 2,5 miliardi di monete da uno e due centesimi, ha fatto sapere la Banca centrale: “Abbastanza da metterle in fila attorno all’Irlanda per sette volte, o da raggiungere i 4.000 chilometri d’altezza se messe una sopra l’altra. Come accade a moltissime monete di piccolo valore, costano in media più di quanto valgano e quel costo in ultima istanza è pagato dai contribuenti”. Le monete da uno e due centesimi di euro furono inizialmente introdotte per evitare che negozi ed esercizi commerciali potessero approfittare della transizione dalla moneta nazionale all’euro per alzare i prezzi dei beni, arrotondandoli per eccesso. Come ha scritto De Luca, “per quanto secondo la percezione comune in Italia dopo l’introduzione dell’euro i prezzi siano raddoppiati, innumerevoli ricerche hanno dimostrato che i prezzi non sono affatto aumentati e l’inflazione, rispetto ai decenni precedenti, è rimasta considerevolmente più bassa. Una piccola parte di questo risultato è dovuta anche alle piccole monete che oggi nessuno sembra più usare”.