Il bombardamento dell’ospedale di Kunduz è stato un crimine di guerra?
Secondo le prime anticipazioni dell'indagine dell'esercito statunitense i piloti americani sapevano che stavano per colpire un ospedale
Lo scorso 3 ottobre un aereo da guerra statunitense ha bombardato l’ospedale di Medici Senza Frontiere (MSF) a Kunduz, in Afghanistan, una città che in quei giorni era contesa tra le forze di sicurezza afghane e i talebani. L’attacco – che era stato inizialmente attribuito a un errore degli aerei della NATO – aveva provocato la morte di 22 persone. Da allora l’esercito statunitense ha avviato un’indagine interna per individuare le responsabilità di quanto accaduto e capire come sia stato possibile autorizzare un attacco su un ospedale di MSF di cui la NATO conosceva le coordinate GPS. Da diversi giorni si parla anche del fatto che l’attacco possa essere considerato come un crimine di guerra. Come ha scritto Joshua Keating su Slate, le prime indiscrezioni pubblicate sulle indagini sembrano mettere nei guai l’esercito degli Stati Uniti.
Cosa è successo il 3 ottobre a Kunduz
Tra le 2.08 e le 3.15 della notte del 3 ottobre l’ospedale gestito da Medici Senza Frontiere a Kunduz è stato colpito ripetutamente dai bombardamenti di un aereo da guerra americano, che per cinque volte è passato sopra l’edificio che ospitava l’ospedale. Nei giorni precedenti le forze di sicurezza afghane erano impegnate a combattere i talebani, che erano riusciti a conquistare la maggior parte della città in quella che è stato definita da diversi osservatori come la vittoria più importante per i talebani dall’inizio della guerra, nel 2001. Gli afghani erano affiancati da alcuni uomini delle forze speciali americane con compiti di coordinamento e sostegno: le operazioni a terra delle forze di sicurezza afghane erano a volte coperte dagli attacchi aerei della NATO.
Nelle esplosioni e nell’incendio che si è sviluppato a seguito del bombardamento, dieci operatori di MSF e dodici pazienti sono rimasti uccisi. Fin dal 29 settembre MSF aveva avvertito il comando americano e le forze afghane dell’ubicazione dell’ospedale: la comunicazione era stata ripetuta mezz’ora dopo l’inizio dei bombardamenti, che però non erano stati interrotti.
L’esercito americano ha confermato che l’attacco è stato compiuto da un AC-130, un aereo a elica che può essere armato con missili ma che è anche dotato di cannoni e mitragliatrici sistemati su una fiancata. L’aereo in genere attacca volando in cerchio, con la fiancata dotata di armi rivolta verso il suo bersaglio. Un’indagine del sito Bellingcat mostra che i danni subiti dall’ospedale di Kunduz sono compatibili con quelli che possono infliggere le armi a bordo di un AC-130.
Le spiegazioni
In questi giorni si è parlato molto delle diverse versioni fornite dall’esercito americano sull’accaduto.
Poche ore dopo l’attacco, quando è divenuto chiaro che un ospedale era stato distrutto, il generale John Campbell, comandante delle truppe americane in Afghanistan, ha detto che l’ospedale era stato colpito da “danni collaterali”. In altre parole l’aereo americano aveva preso di mira un obiettivo nei pressi dell’ospedale, danneggiando accidentalmente la struttura. Secondo Campbell le forze di sicurezza afghane si erano trovate sotto il fuoco nemico da una zona vicino all’ospedale e avevano chiesto ai soldati americani incaricati di coordinare le operazioni di compiere un attacco aereo sulla zona da cui provenivano i colpi.
Tre giorni dopo Campbell ha fornito una versione solo apparentemente simile, quando ha dichiarato che l’ospedale era stato “colpito per sbaglio”. Questa seconda versione sembrava sottintendere che il bersaglio dei colpi sparati dall’aereo americano fosse effettivamente l’ospedale. In altre parole: o gli afghani avevano chiesto all’aviazione di colpire proprio l’ospedale, oppure all’aereo sono state fornite le coordinate sbagliate del bersaglio da colpire. Il problema è che le regole di ingaggio utilizzate in Afghanistan vietano di condurre attacchi aerei contro strutture come ospedali senza prima prendere alcune precauzioni, anche nel caso in cui le forze alleate siano sotto attacco dall’ospedale stesso. Attaccare senza preavviso una struttura ospedaliera, infatti, costituisce un crimine di guerra.
Gli afghani hanno confermato in parte la versione americana, anche se diversi funzionari ed esponenti del governo afghano hanno fornito versioni tra loro discordanti sull’accaduto. Uno di loro, per esempio, ha detto che l’ospedale è stato colpito da un elicottero americano che stava rispondendo al fuoco nemico. La versione più diffusa, e che in qualche modo è diventata quella ufficiale per gli afghani, è che l’ospedale è stato attaccato dagli americani su richiesta delle truppe di terra afghane che si erano trovate sotto il fuoco di alcuni talebani nascosti all’interno dell’ospedale stesso. MSF però nega che ci fossero persone armate all’interno dell’ospedale.
Le indagini
Al momento sono in corso tre indagini sull’accaduto: una della NATO, una del governo afghano e una dell’esercito statunitense. I risultati preliminari di quest’ultima, ha detto il generale Campbell, dovrebbero essere pronti per i primi giorni di novembre. Alcuni dettagli sono già stati pubblicati: per esempio alcuni membri del dipartimento della Difesa hanno informato una commissione del Senato americano a proposito delle registrazioni a bordo dell’aereo durante l’attacco.
Secondo quanto scrive il Daily Beast e secondo quanto ha riportato il programma televisivo NBC Nightly News, nel corso di queste conversazioni l’equipaggio dell’aereo si è interrogato se quello che stavano per fare costituiva un crimine di guerra. A quanto risulta le conversazioni registrate sono quelle tra i membri dell’equipaggio e le truppe americane a terra incaricate di coordinare gli attacchi aerei. Secondo un funzionario americano anonimo citato dal programma di NBC, le registrazioni indicano che l’attacco «potrebbe essere considerato un crimine di guerra». Un altro militare che ha parlato in maniera anonima al Daily Beast ha detto che le registrazioni mostrano come le regole di ingaggio siano state violate.
Quindi che cosa è accaduto?
In un mossa che i giornali americani hanno definito “insolita”, Barack Obama si è scusato personalmente per l’accaduto con una telefonata a Joanne Liu, presidente di MSF. Pochi giorni dopo, durante un audizione al Senato, il generale Campbell ha dichiarato che tutte le forze in Afghanistan stanno ricevendo un addestramento ulteriore sulle regole di ingaggio in vigore nel paese per accertarsi «che l’incidente non si ripeta». Questi due fatti sembrano indicare una almeno parziale ammissione di responsabilità da parte degli americani.
Per avere una risposta definitiva sull’attacco bisognerà probabilmente aspettare il termine delle indagini dell’esercito, quella che fra le tre attualmente in corso avrà probabilmente l’accesso maggiore a documenti e altri materiali. Per il momento sembra chiaro che la notte del 3 ottobre un gruppo di militari afghani abbia chiesto ai militari americani di bombardare una zona dalla quale sostenevano di essere attaccati. A quanto sembra le truppe americane incaricate di coordinare gli attacchi aerei si trovavano a quasi un chilometro di distanza dagli afghani, e questo può aver contribuito alla confusione di quella notte.
In risposta alla richiesta delle truppe di terra un aereo AC-130 ha iniziato a sorvolare l’ospedale di MSF, preparandosi a colpirlo. Sembra che l’equipaggio abbia discusso con le truppe di terra sull’obiettivo da colpire e si sia interrogato sulla possibilità che l’azione potesse costituire un crimine di guerra. Poco dopo la discussione l’aereo ha iniziato l’attacco, colpendo l’ospedale diverse volte nel corso dell’ora successiva.
I dubbi da chiarire sono se gli afghani abbiano richiesto esplicitamente di colpire l’ospedale, oppure se all’aereo siano state trasmesse le coordinate dell’ospedale per un errore nelle comunicazioni. In ogni caso, se fossero confermate le cose anticipate da Daily Beast e NBC, i piloti dell’aereo erano consapevoli che le loro armi erano puntate su una struttura protetta: in questo caso non solo l’attacco avrebbe violato le regole di ingaggio dell’esercito statunitense in Afghanistan, ma sarebbe stato anche quello che si può considerare un crimine di guerra.