I due nuovi sospettati per la strage di Lockerbie
Scozia e Stati Uniti vogliono interrogare altri due libici sospettati di essere coinvolti nel più grave attentato mai compiuto nel Regno Unito
La Scozia ha comunicato giovedì di voler parlare con due cittadini libici sospettati di essere coinvolti nell’attentato di Lockerbie, che il 21 dicembre del 1988 provocò la morte delle 259 persone che si trovavano a bordo del volo Pan Am 103 partito da Londra e diretto a New York. La strage fu causata dall’esplosione di una bomba contenuta in una valigia: fu chiamata così dal nome della città scozzese – Lockerbie, per l’appunto – sulla quale si schiantò l’aereo dopo l’esplosione. Per la strage c’è stato finora un unico condannato: Abdelbaset al Megrahi, ex agente dei servizi segreti libici morto in Libia nel 2012. Nel corso degli anni sono rimasti però parecchi dubbi sulla ricostruzione ufficiale di quello che successe quel giorno.
Si stanno occupando dell’indagine anche gli Stati Uniti, perché sul volo precipitato a Lockerbie c’erano a bordo 189 cittadini americani. Il Washington Post ha scritto, citando un funzionario statunitense che ha voluto rimanere anonimo, che i due nuovi sospettati sono Abdullah al Senussi, il capo dell’intelligence sotto la presidenza di Mu’ammar Gheddafi, e Abu Agila Mas’ud, cittadino libico accusato di fabbricare bombe. Anche BBC ha scritto di avere identificato i due nuovi sospettati in Senussi e Mas’ud.
In un comunicato congiunto tra le autorità scozzesi e quelle statunitensi si legge che i due paesi «si sono trovati di recente d’accordo nel dire che ci sono le basi legali sia negli Stati Uniti che in Scozia per permettere agli investigatori americani e scozzesi di trattare i due cittadini libici come sospettati nell’indagine sull’attentato del volo Pan Am 103 sopra Lockerbie». Nel comunicato si dice anche che le autorità dei due paesi hanno intenzione di interrogare i due sospettati in Libia, dove però la situazione è tesa e complicata. Da parecchi mesi in Libia ci sono due governi – uno a Tripoli e uno a Tobruk – e molte città sono controllate interamente o in parte da milizie di vario tipo, più o meno estremiste.
Durante tutti questi anni gli investigatori che si sono occupati di ricostruire quello che successe a Lockerbie hanno sempre sospettato che Megrahi – che fu condannato nel 2001 da un tribunale scozzese – non avesse agito da solo. Megrahi fu condannato a 27 anni di carcere ma fu liberato prima di avere scontato tutta la sua condanna dopo che gli fu diagnosticato un cancro alla prostata, e tornò in Libia accolto come un eroe: morì nel 2012.
Lockerbie fu il più grave attentato terroristico avvenuto nel Regno Unito. Alle ore 19.02 e 50 secondi del 21 dicembre del 1988 una bomba contenuta in un mangianastri Toshiba esplose a bordo del volo Pan Am 103. Il mangianastri si trovava all’interno di una valigia Samsonite marrone, in mezzo a molti vestiti. L’esplosivo al plastico Semtex creò un buco nella fusoliera del diametro di circa mezzo metro, proprio sotto la “P” del logo Pan Am. A causa della differenza di pressione tra l’esterno e l’interno, l’aereo si disintegrò in volo. Otto secondi dopo l’esplosione, i radar mostrarono che i frammenti dell’aereo erano sparsi in cielo nel raggio di circa due chilometri. Il muso dell’aereo fu uno dei primi pezzi a staccarsi, mentre la pressione allargava il buco causato dall’esplosione. In circa tre secondi l’intera parte frontale dell’aereo venne strappata via.
Altri pezzi si staccarono dall’aereo mentre precipitava. Le prime ad arrivare al suolo furono le parti collegate alle ali: entrambe precipitarono sulla cittadina di Lockerbie alla velocità di circa 800 chilometri all’ora. Le 91 tonnellate di carburante che contenevano si incendiarono ed esplosero, distruggendo diverse abitazioni e creando un cratere largo 47 metri. L’impatto fece registrare ai sismografi un evento sismico di magnitudo 1.6 sulla scala Richter. La maggior parte dei passeggeri morirono nell’impatto su Lockerbie. Altri vennero sbalzati fuori dai sedili e precipitarono per nove chilometri. I loro resti, così come i rottami dell’aereo, vennero ritrovati in un’area di circa 2.000 chilometri quadrati.