La crisi della nazionale olandese
Come ha fatto la squadra arrivata terza e seconda agli ultimi due Mondiali a non riuscire a qualificarsi agli Europei?
L’Olanda è l’unica grande nazionale di calcio europea a non aver ottenuto la qualificazione alla fase finale dei campionati europei di calcio, che si terranno la prossima estate in Francia. La mancata qualificazione è ancora più rilevante se si considera che l’Olanda è arrivata terza agli ultimi Mondiali e seconda ai precedenti, e che i prossimi Europei saranno i primi a cui parteciperanno 24 squadre e non 16. La nazionale olandese era stata estratta come testa di serie nel girone A, composto anche da Turchia, Repubblica Ceca, Islanda, Lettonia e Kazakistan. Era la favorita per il primo posto e nel peggiore dei casi aveva a disposizione altre due posizioni per ottenere la qualificazione: alla fine è arrivata quarta, a cinque punti dalla terza, a sette dalla seconda e a nove dalla prima.
Le squadre del girone A, ritenute inizialmente alla portata dell’Olanda, si sono rivelate superiori alle previsioni e hanno sfruttato nel migliore dei modi le difficoltà degli olandesi, compromettendo fin dalle prime partite le loro possibilità di ottenere la qualificazione. L’Islanda è stata una delle nazionali più sorprendenti delle qualificazioni e fra le prime ad ottenere la qualificazione diretta. Anche la Repubblica Ceca, data favorita al massimo per il terzo posto ma non per la qualificazione, è riuscita ad arrivare sopra l’Olanda senza troppe difficoltà, dopo averla battuta sia all’andata che al ritorno. La Turchia viene da due mancate qualificazioni agli Europei e ai Mondiali; ha faticato molto nelle prime partite ed è riuscita a qualificarsi direttamente come miglior terza solo all’ultima giornata, grazie alla vittoria negli ultimi minuti contro l’Islanda che le ha permesso di superare di un punto l’Ungheria nella classifica delle migliori terze di ogni girone.
Nelle prime tre partite l’Olanda ha perso due volte, contro Islanda e Repubblica Ceca, e ha pareggiato contro la Turchia. La KNVB – la federazione calcistica olandese – ha cercato di rimediare esonerando l’esperto e vincente allenatore Guus Hiddink. Il suo sostituto, Danny Blind, non è stato però in grado di ottenere risultati migliori.
L’Olanda ha avuto quasi sempre la possibilità di convocare i suoi giocatori migliori e non ha avuto nemmeno grandissimi problemi con gli infortuni: l’unica eccezione è il forte centrocampista Kevin Strootman, che però è infortunato praticamente da due anni. I calciatori olandesi più forti – Van Persie, Snejider, De Vrij, Cillessen, Huntelaar, Depay e Blind – hanno giocato sempre con continuità, mentre solo Robben ha dovuto saltare alcune partite a causa dei suoi recenti problemi muscolari.
Che qualcosa non andasse si era capito già nell’amichevole contro l’Italia giocata a settembre del 2014, persa dall’Olanda per due a zero e con un uomo in meno soltanto due mesi dopo la finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali, vinta per tre a zero contro i padroni di casa del Brasile (all’epoca l’allenatore era Louis van Gaal, con cui l’Olanda aveva fatto benissimo ai Mondiali solo pochi mesi prima). Alcuni ritengono che le pessime prestazioni dell’Olanda siano state causate dalla mancanza di motivazioni di diversi giocatori, i più “anziani” e quelli che hanno vinto di più, come Van Persie, Huntelaar, De Jong, Sneijder e Robben: che sia finito un ciclo, insomma.
Nella storia della nazionale di calcio olandese si sono alternati spesso periodi con scarsi risultati ed altri più vincenti. Fra il 1958 e il 1970 l’Olanda non riuscì a qualificarsi a quattro edizioni consecutive dei Mondiali, ma poi concluse al secondo posto i Mondiali del 1974 e del 1978; non si qualificò a quelli del 1982 e del 1986 e poi vinse gli Europei del 1988; fu eliminata ai gironi degli Europei del 2012 con zero punti ma arrivò in finale ai Mondiali di due anni prima e in semifinale ai Mondiali del 2014. La spiegazione più logica tuttavia sembra essere quella che comprende un po’ tutto: i tre cambi di allenatore in un anno, le ottime prestazioni delle squadre avversarie (inizialmente sottovalutate) e la scarsa motivazione di alcuni importanti giocatori.