Le ultime sugli allagamenti a Benevento
Le foto delle inondazioni di questi giorni e le altre notizie: oggi è morto un operaio che stava riparando un traliccio
Da giovedì 15 ottobre le forti piogge che hanno coinvolto la provincia di Benevento – e la Campania in generale – stanno creando molti problemi, oltre ad aver causato direttamente o indirettamente la morte di tre persone. La pioggia ha fatto esondare il fiume Calore, sommergendo parte della città. Una donna è annegata dentro casa a Pago Veiano, in provincia di Benevento; un uomo cardiopatico è morto mentre ripuliva il suo stabile dall’acqua e dal fango; venerdì 16 ottobre, invece, un operaio di Circello è morto cadendo da sei metri di altezza mentre riparava un traliccio elettrico danneggiato dal brutto tempo. Sabato il tempo dovrebbe tornare sereno o poco nuvoloso.
Nel frattempo la circolazione dei treni fra Benevento e Caserta è sospesa e resterà ferma almeno per altri sei giorni, a causa dei danni provocati dall’esondazione nella tratta Vitulano-San Lorenzo. L’interruzione sta allungando fino a due ore e mezza i tempi di percorrenza tra Roma e la Puglia; le Ferrovie dello Stato stanno organizzando dei servizi sostitutivi su strada tra Caserta e Benevento e la deviazione degli Intercity via Salerno-Potenza-Taranto-Brindisi-Lecce. Le scuole sono rimaste chiuse venerdì e saranno chiuse anche sabato. Stanno lavorando ai soccorsi anche membri e mezzi dell’esercito, arrivati da Caserta e da Roma.
Il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, si è difeso dall’accusa di non aver fatto abbastanza per prevenire i danni («quando ci sono morti è evidente che si poteva fare meglio», ha detto il capo della Protezione Civile) nonostante avesse ricevuto una comunicazione di avvertimento della stessa Protezione Civile. Pepe ha detto che il bollettino avvertiva dell’arrivo di «piogge moderate e non certo alluvione, quella che invece ha colpito e distrutto la città di Benevento e la metà dei comuni della provincia. Non credo che io e tanti altri sindaci del Sannio non sappiamo leggere i bollettini. Tanto vale allora chiamare gli eventi col loro nome e non a ‘colori’: nel nostro caso avrebbero dovuto parlare di alluvione». Quando parla di colori Pepe fa riferimento al colore arancione del “bollino” annunciato dalla Protezione Civile.
Il livello di allerta “arancione” ipotizza un «pericolo per la pubblica incolumità e possibili perdite di vite umane», «diffusi danni ed allagamenti a singoli edifici o piccoli centri abitati, reti infrastrutturali e attività antropiche interessate da frane o da colate rapide, diffusi danni alle opere di contenimento, regimazione e attraversamento dei corsi d’acqua, alle attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti artigianali, industriali e abitativi situati in aeree inondabili», «diffuse interruzioni della viabilità in prossimità di impluvi e a valle di frane e colate detritiche o in zone depresse in prossimità del reticolo idrografico».
Il vicepresidente nazionale di Coldiretti ha detto che «il settore dell’agricoltura e quello della zootecnia sannita sono stati messi in ginocchio» e sarà necessario chiedere al governo di proclamare lo stato di calamità: «Estesi territori coltivati a vite, soprattutto quelli che costeggiano il fiume Calore, da Benevento fino alla Valle Telesina, interi greggi di animali sono stati spazzati via dall’acqua». A Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento, il commissario prefettizio Elvira Nuzzolo ha disposto il divieto di utilizzare l’acqua di rubinetto per usi alimentari, nel timore che i condotti siano stati interessati da frane e smottamenti; a Pietrelcina invece è stata danneggiata la parte iniziale del Cammino del rosario, uno dei luoghi più visitati dai pellegrini cattolici.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, negli ultimi trent’anni 215 persone in Campania sono morte come conseguenza di frane e inondazioni.