L’europarlamentare accusato di essere una spia della Russia
Il Parlamento europeo ha tolto l'immunità all'ungherese Béla Kovács del partito di estrema destra Jobbik, che ora sarà formalente indagato
Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo mercoledì 14 ottobre, ha approvato la revoca dell’immunità parlamentare di uno dei suoi membri, sospettato di essere una spia al servizio della Russia: si tratta dell’ungherese Béla Kovács, esponente del partito di estrema destra Jobbik. Secondo il Wall Street Journal è una scelta senza precedenti. Questo voto dovrebbe consentire ai pubblici ministeri dell’Ungheria di aprire un’inchiesta su Kovács. Il voto era stato anticipato da un’audizione della commissione Giustizia, che aveva votato a favore della revoca dell’immunità. Kovács sarà quindi indagato ma potrà rimanere membro del Parlamento europeo. Se le accuse dovessero essere confermate rischia da due a otto anni di carcere.
Kovács ha 55 anni e le accuse nei suoi confronti sono diventate pubbliche dopo un’inchiesta giornalistica diffusa in Ungheria lo scorso anno da un quotidiano filo-governativo, poco prima delle elezioni europee di maggio alle quali venne comunque nuovamente eletto (era membro del Parlamento europeo dal 2010). Una commissione parlamentare ungherese aveva scoperto che c’erano prove “solide” che Kovács fosse una spia della Russia, accusa che lui ha sempre negato con forza. I servizi di sicurezza ungheresi hanno monitorato Kovács per quattro anni durante i quali, secondo quanto riferito da alcuni funzionari, si è recato a Mosca una volta al mese incontrando in segreto vari diplomatici russi.
La Russia, dopo l’invasione della Crimea e l’inizio della guerra nella parte orientale dell’Ucraina, ha dimostrato in modo sempre più esplicito la sua vicinanza ai partiti di estrema destra d’Europa, tentando di sfruttare la loro influenza al Parlamento dell’UE e anche tra l’opinione pubblica nei paesi dell’Unione. Nel 2014 si è parlato molto, per esempio, dei legami del governo russo con l’estrema destra francese di Marine Le Pen. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, Kovács è stato uno dei pochi deputati che – su invito delle autorità locali filo-russe – era stato a osservare il cosiddetto referendum sull’indipendenza. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e le Nazioni Unite avevano condannato il voto descrivendolo come illegittimo.
Péter Krekó, direttore di un istituto di ricerca con sede a Budapest, ha spiegato che Kovács è stato determinante nel trasformare Jobbik in un partito pro-russo: «In origine Jobbik era piuttosto anti-russo. Ma dopo che Kovács vi ha aderito, nel 2005, diventando anche uno dei suoi principali finanziatori, il partito si è gradualmente spostato a favore della Russia». Kovács non ha mai nascosto le sue simpatie per Putin, ma dopo la pubblicazione dell’inchiesta ungherese ha sempre detto che non rappresentavano la prova di una sua presunta attività di spionaggio. Krekó dubita che Kovács possa effettivamente essere una spia, dicendo che le informazioni a cui ha accesso un europarlamentare sono comunque limitate e che le macchinazioni politiche da parte del governo conservatore di Viktor Orbán complicano ulteriormente la questione: almeno i tempi della pubblicazione dell’inchiesta «avevano delle motivazioni politiche: causare qualche danno di reputazione a Jobbik».