Playboy non pubblicherà più foto di nudi
A partire dal prossimo marzo la rivista per adulti più famosa al mondo cambierà moltissimo, racconta il New York Times
Playboy, una delle riviste per adulti più famose al mondo, smetterà di pubblicare fotografie di donne nude a partire dai primi mesi del prossimo anno. La notizia è stata diffusa dal New York Times, che ha intervistato alcuni responsabili della rivista e ottenuto conferme sulla decisione, data per condivisa dallo stesso fondatore Hugh Hefner che a 89 anni è ancora formalmente il direttore esecutivo di Playboy. Oltre a non mostrare più nudi integrali, la rivista sarà rinnovata nella grafica e in parte nei contenuti per attrarre nuovi lettori e più pubblicità. Secondo Scott Flanders, amministratore delegato di Playboy, “la nostra battaglia è stata combattuta e vinta: ora siamo tutti a un clic di distanza da qualsiasi atto sessuale immaginabile, e gratis”.
Nel 1975 Playboy vendeva circa 5,6 milioni di copie nel Nordamerica, oggi ne vende a malapena 800mila: il calo delle vendite è in gran parte dovuto al fatto che le immagini di nudo sono facilmente reperibili online senza dover pagare il prezzo di copertina di una rivista per adulti. Molti dei lettori che acquistano ancora Playboy lo fanno per collezionismo, o perché sono interessati agli articoli al suo interno, su cui adesso l’azienda vuole puntare di più per alzare la qualità. Modelli alternativi, come rendere più esplicite le fotografie, non avrebbero funzionato come si è già visto con diverse altre riviste come Penthouse, che non hanno beneficiato nel mettersi in diretta concorrenza con l’offerta di Internet.
Negli ultimi anni Playboy era già diventata molto più morigerata, riducendo le immagini di nudo e sostituendole con fotografie allusive ma meno esplicite. In questo modo la rivista ha potuto farsi pubblicità più facilmente su social network come Facebook e Instagram, dove le fotografie di nudo sono vietate e vengono rimosse, spesso con la sospensione degli account che le hanno diffuse. Questa impostazione ha dato i suoi frutti: l’account ufficiale di Playboy su Instagram ha più di 3,2 milioni di seguaci e le fotografie pubblicate ricevono migliaia di “Mi piace”; la pagina principale di Facebook di Playboy ha 16,5 milioni di “Mi piace”. Lo stesso logo dell’azienda, il coniglietto con un papillon, è tra i più conosciuti al mondo insieme ai loghi di Nike e di Apple.
https://instagram.com/p/8QwsFLRm9s/?taken-by=playboy
Nell’estate del 2014 il sito principale di Playboy ha smesso di pubblicare fotografie di modelle nude: l’età media dei lettori è diminuita in pochi mesi da 47 a 30 anni, mentre le visite sono quasi triplicate. Le foto esplicite sono comunque visibili nella sezione Playboy+, che richiede però la sottoscrizione di un abbonamento.
La rivista sarà sottoposta a un redesign, con l’introduzione di uno stile più moderno e pulito. La “playmate” del mese continuerà a essere pubblicata, ma con fotografie adatte per lettori dai 13 anni di età e con meno interventi in fase di postproduzione per il fotoritocco. I responsabili della rivista non hanno ancora deciso se resterà la classica fotografia su due pagine al centro della rivista (“centerfold”), uno degli elementi distintivi di Playboy. Continueranno a essere pubblicate interviste e inchieste di vario tipo, con l’obiettivo di attrarre soprattutto giovani lettori che vivono nelle grandi città. “La differenza tra noi e Vice sta nel fatto che noi andremo a cercare di farci leggere da persone che un lavoro ce l’hanno” e che quindi possono spendere per le cose pubblicizzate sulla rivista, ha spiegato al New York Times il responsabile del contenuto della rivista Cory Jones.
I nuovi tipi di contenuti sono stati sottoposti a numerosi test con focus group, con l’obiettivo di calibrarli in modo ideale per un pubblico tra i 18 e i 30 anni, una delle fasce di età preferite dagli inserzionisti. Ci saranno articoli dedicati a temi come vini, liquori e beni di lusso, anche in questo caso con l’obiettivo di attrarre grandi marchi disposti a spendere per le loro pubblicità sulla rivista. Saranno pubblicati più articoli sull’arte e sui giovani artisti.
Playboy fa soprattutto soldi attraverso le licenze per l’utilizzo del suo marchio e del suo logo in giro per il mondo, che vengono utilizzati su prodotti di qualsiasi tipo, dagli shampoo ai profumi ai capi di abbigliamento. Visto che i tempi sono cambiati e c’è una maggiore sensibilità da parte dei consumatori, la società non vuole che la sua immagine continui a essere associata solamente a quella dei nudi femminili, cosa che potrebbe danneggiare le vendite in alcuni mercati. La rivista produce ricavi sufficienti per mantenersi solo se si considerano tutte le edizioni internazionali messe insieme. L’edizione statunitense perde in media 3 milioni di dollari ogni anno, ma è considerata una spesa per il marketing irrinunciabile per mantenere la fama del marchio e fare in modo che se ne parli.
Hugh Hefner fondò la rivista nel 1953, pubblicando un primo numero sulla cui copertina c’era una fotografia di Marilyn Monroe, accompagnandolo con un editoriale in cui diceva che “se sei un uomo tra i 18 e gli 80 anni, Playboy è quello che fa per te”. Sulla copertina non c’era una data precisa di uscita perché Hefner non era sicuro che la cosa potesse funzionare. La pubblicazione fu invece un successo e negli anni seguenti, oltre alle fotografie di nudo, si fece conoscere grazie alla qualità dei suoi articoli che toccavano temi di attualità con punti di vista meno ingessati e ortodossi. Playboy pubblicava racconti di Haruki Murakami, interviste con Malcom X, Martin Luther King, il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e Vladimir Nabokov. Negli anni Settanta raggiunse l’apice, vendendo nel Nordamerica più di 7 milioni di copie.