Marlon James ha vinto il Man Booker Prize 2015
È il più importante premio letterario del Regno Unito, andato quest'anno a un romanzo che racconta la storia di Bob Marley e della Giamaica
Lo scrittore giamaicano Marlon James ha vinto il Man Booker Prize, il premio letterario più importante del Regno Unito, per il romanzo A Brief History of Seven Killings, che prende spunto dalla vita di Bob Marley per raccontare 30 anni di storia della Giamaica. James ha 44 anni e ha scritto altri due romanzi: John Crow’s Devil (2005) e The Book of Night Women (2009). Il libro, che ha 680 pagine e oltre 75 personaggi, è stato definito dal presidente della giuria Michael Wood, «il più appassionante» dei finalisti, «pieno di sorprese», «molto violento», «con molte parolacce» e voci narranti: «leggerlo è un piacere anche perché nel momento in cui volti pagina non sai esattamente chi troverai a raccontare la storia». Marlon James ha dichiarato in un’intervista alla radio della BBC, che nel 2004 ha pensato di smettere di scrivere dopo che il suo primo romanzo – John Crow’s Devil – era stato rifiutato 78 volte dalle case editrici.
Il premio viene assegnato al miglior romanzo pubblicato nel Regno Unito durante l’anno, e deve essere scritto originariamente in inglese e non tradotto. Fino al 2013 il premio era riservato solo agli scrittori degli stati del Commonwealth più l’Irlanda e lo Zimbabwe. La giuria del premio è scelta dal comitato della Booker Prize Foundation e quest’anno è stata composta da: Ellah Wakatama Allfrey (critico e editore indipendente), John Burnside (romanziere e poeta pubblicato in Italia da Fazi) , Michael Wood (autore ed accademico), Frances Osborne (scrittrice, pubblicata in Italia da Sperling & Kupfer) e Sam Leith (autore e editorialista per London Evening Standard, Financial Times e Prospect). Il vincitore è stato annunciato come ogni anno alla Guildhall, un edificio storico nella City di Londra. Il premio consiste in 50.000 sterline (quasi 67.000 euro) per il vincitore e 2.500 per i finalisti.
I libri candidati quest’anno sono stati 156, mentre i finalisti – selezionati dai giudici e annunciati a settembre – erano: gli inglesi Tom McCarthy, con Satin Island , e Sunjeev Sahota, con The Year of the Runaways; gli americani Anne Tyler, con A Spool of Blue Thread, e Hanya Yanagihara con A Little Life; il nigeriano Chigozie Obioma con The Fishermen; e appunto il giamaicano Marlon James con A Brief History of Seven Killings. Ha fatto discutere l’esclusione dai finalisti di Marilynne Robinson – vincitrice del Premio Pulitzer del 2005, tradotta in Italia da Einaudi – che quest’anno ha pubblicato il nuovo romanzo The Givenness of Things.
Il Man Booker Prize è stato assegnato la prima volta nel 1968; la nazione che lo ha vinto più volte è il Regno Unito, con 27 autori. Il vincitore che ha venduto più copie (circa 1,6 milioni dell’edizione in inglese) è Yann Martel con Vita di Pi, pubblicato in Italia da Piemme. L’anno scorso è stato vinto da Richard Flanagan con La strada stretta verso il profondo Nord, pubblicato da Bompiani.