Le manifestazioni ad Ankara, il giorno dopo
Migliaia di persone si sono riunite nella capitale turca per commemorare i morti dell'attentato di sabato: ci sono anche molti leader curdi e messaggi contro il governo
Migliaia di persone stanno manifestando ad Ankara, la capitale della Turchia, a poca distanza dal luogo dove sabato un attentato terroristico ha ucciso 95 persone e ne ha ferite quasi 300. Alla manifestazione di oggi ci sono stati anche degli scontri con la polizia quando diversi manifestanti hanno cercato di depositare dei fiori sul luogo dell’esplosione della bomba. La polizia li ha allontanati con la forza usando anche del gas lacrimogeno, salvo poi fare avvicinare un piccolo gruppo di loro al luogo dell’esplosione. Alla manifestazione stanno partecipando anche i leader dell’HDP, il principale partito curdo della Turchia che ieri stava partecipando alla manifestazione pacifista colpita nell’attentato. Molti dei manifestanti riuniti oggi cantano slogan contro il governo turco e sventolano striscioni dei partiti dell’opposizione. L’attentato di sabato è il più grave nella storia moderna della Turchia ed è stato compiuto tre settimane prima delle elezioni anticipate fissate per il primo novembre.
L’attacco non è stato ancora rivendicato. Il primo ministro turco Ahmet Davutoğlu ha detto che l’attacco è stato probabilmente compiuto da due attentatori suicidi. Secondo Davutoğlu i più probabili responsabili sono l’ISIS (o Stato Islamico), il PKK, un gruppo politico militare che combatte per una maggiore autonomia della minoranza curda oppure una formazione di estrema sinistra. Numerosi attivisti e leader politici curdi accusano invece dell’attacco i servizi segreti turchi e l’estrema destra nazionalista turca.