La lobby ucraina contro i vaccini per la polio
Un'influente organizzazione sostiene che 3,7 milioni di vaccini donati dall'ONU non sono sicuri e ha chiesto al governo di bloccarli: ma potrebbero esserci dietro altri interessi e intanto c'è un'epidemia
Una lobby ucraina sta chiedendo che vengano distrutti 3,7 milioni di vaccini contro la poliomielite donati all’Ucraina dalle Nazioni Unite, nonostante il pericolo che nel paese si possa diffondere un’epidemia della malattia. Il “Consiglio ucraino per i diritti e la sicurezza dei pazienti”, che in Ucraina è molto influente, ha detto che i vaccini non sono sicuri perché si sono parzialmente scongelati durante il trasporto aereo dal centro dove sono stati prodotti, in Francia, fino all’Ucraina: altre organizzazioni, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno sostenuto invece che il trasporto è avvenuto rispettando le regole internazionali in materia.
La questione è molto discussa perché all’inizio di settembre in Ucraina occidentale due bambini sono rimasti parzialmente paralizzati dalla polio: sono stati i primi casi della malattia in Europa da cinque anni a questa parte. Il Guardian ha scritto di quello che sta succedendo, ipotizzando che la lobby possa avere interessi economici nel convincere il governo a bloccare la somministrazione dei vaccini. Il Guardian ha pubblicato la storia nella sezione “Global Development“, sostenuta dalla fondazione di Bill e Melinda Gates che da anni è impegnata in una campagna per l’eliminazione della poliomielite.
Per il momento i vaccini sono chiusi in un magazzino del governo. Il ministero degli Interni ucraino ha annunciato un’indagine per verificare che siano stati mantenuti in condizioni che ne garantiscano l’efficacia e la sicurezza. Viktor Serdyuk, presidente del “Consiglio ucraino per i diritti e la sicurezza dei pazienti”, ha detto: «Dobbiamo assolutamente distruggere il vaccino, o darlo a qualche paese più povero». Il governo ucraino dovrebbe decidere questa settimana se utilizzarli o distruggerli, scrive il Guardian.
Le preoccupazioni per la diffusione della poliomielite in Ucraina sono cresciute all’inizio di settembre, quando due bambini – rispettivamente di dieci mesi e quattro anni – sono rimasti parzialmente paralizzati per avere contratto la malattia. I due casi si sono verificati nella regione della Transcarpazia, un’area montagnosa al confine con Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia: in molti temono che la polio si possa diffondere anche in altri paesi dell’Unione Europea attraverso i flussi dei migranti. In Ucraina al momento sono vaccinati meno del 50 per cento dei bambini e il 14 per cento dei neonati. Dorit Nitzan, capo dell’OMS in Ucraina, ha detto che i due casi di polio sono solo la “punta dell’iceberg” e che probabilmente da quelle parti ci sono altri 400 bambini che hanno già contratto la malattia: «Non ci sono dubbi che ci saranno altri casi. L’epidemia è qui e se non si fa qualcosa diventerà grossa». L’OMS ha anche chiesto al governo ucraino di dichiarare lo stato di emergenza per la salute pubblica.
Il Guardian ha scritto che la storia dei vaccini contro la polio sta facendo emergere la natura poco trasparente della gestione della sanità pubblica in Ucraina. Olga Bohomolets, capo della commissione parlamentare per la salute pubblica in Ucraina, ha detto che una delle cause dei malfunzionamenti nel settore sanitario sono gli stipendi molto bassi percepiti dai medici e dagli infermieri delle strutture pubbliche (l’equivalente di circa 90 euro per i medici e 45 euro per gli infermieri): «Quando un rappresentante di una casa farmaceutica va dal medico, gli dice: “Ok, se prescrivi questa medicina speciale avrai il 5 per cento del prezzo di vendita di ciascuna scatola o tubetto”. In questo modo le medicine finiscono. Non abbiamo più niente». Nel caso specifico della diffusione della polio, il viceministro della Sanità, Igor Perehinets, ha detto che l’obiettivo della lobby che sta agendo contro i vaccini dell’ONU è eliminare la fiducia nei vaccini internazionali e inserirsi nel business della sanità ucraina.