I morti per la frana in Guatemala sono più di 250
E ci sono ancora 300 dispersi: la magistratura guatemalteca ha aperto un'indagine per individuare i responsabili del disastro
Almeno 250 persone sono morte e altre 300 sono ancora disperse a causa di una frana che il primo ottobre ha colpito il piccolo paese di El Cambray, a pochi chilometri di distanza da Città del Guatemala, la capitale del Guatemala. A dieci giorni dalla frana, che era stata provocata da forti piogge, i soccorritori hanno detto di non aspettarsi di trovare altri sopravvissuti. La magistratura guatemalteca ha annunciato l’inizio di un’indagine per individuare i responsabili del disastro: la protezione civile locale aveva detto già nel 2009 che la zona dove è stato costruito El Cambray era da considerare a rischio.
L’estrema povertà del Guatemala spesso costringe gli abitanti a costruire case in zone pericolose e instabili. Questa situazione, unita al terreno montagnoso e ai frequenti uragani tropicali che colpiscono il paese, rende il Guatemala una zona dove le frane sono particolarmente frequenti e problematiche. Il disastro di El Cambray diventerà probabilmente il peggiore in Guatemala negli ultimi decenni, ancora più grave della frana di Panabaj che nel 2005 causò la morte di 410 persone.
Alejandro Maldonado, presidente del Guatemala, ha annunciato che lo stato provvederà a costruire con urgenza più di 100 nuove abitazioni per le famiglie che hanno visto la loro casa distrutta dalla frana: Maldonado ha detto che il suo governo “controllerà direttamente” le costruzioni, senza affidarne la gestione a nessuno. Non è però chiaro dove saranno costruite le nuove case, visto che l’intera area in cui sorgeva El Cambray è stata dichiarata inabitabile. BBC scrive che negli ultimi giorni il governo del Guatemala ha deciso di destinare più di due milioni di euro alle famiglie dei morti e che nelle ultime ore è stato chiesto ad altre persone di lasciare circa 40 abitazioni: si teme infatti una nuova frana.
Risk of new landslide in Guatemala http://t.co/yoFxJsiKuC
— BBC News (World) (@BBCWorld) October 9, 2015