Ignazio Marino: «Ho deciso di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome»
Il sindaco di Roma ha anche detto che restituirà i 20mila euro per le sue spese di rappresentanza, dopo le polemiche dei giorni scorsi
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il sindaco di Roma Ignazio Marino ha annunciato di non volere più una carta di credito del Comune a suo nome. Marino era stato accusato da diversi esponenti dell’opposizione – tra cui il Movimento 5 Stelle, Noi con Salvini e Fratelli d’Italia – di avere usato dei fondi destinati a incontri e cene di rappresentanza per pagarsi delle spese personali. Della questione si sta occupando anche la procura di Roma, che ha aperto un procedimento senza indagati e senza ipotesi di reato per capire se le accuse contro Marino siano fondate. I principali giornali italiani scrivono che la procura indagherà anche sull’aumento del massimale del plafond della carta di credito del Comune data a Marino, da 10 mila del luglio 2013 a 50 mila euro del settembre dello stesso anno. Nella serata di mercoledì Marino ha detto:
«In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza, e li ho spesi nell’interesse della città. È di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome»
Marino ha anche detto di avere già chiesto alla Ragioneria dello Stato di calcolare tutte le spese che lui ha sostenuto con la carta di credito del Comune e ha aggiunto: «Staccherò l’assegno per l’intera cifra».
La polemica sui conti di Marino è diventata ancora più accesa giovedì scorso, quando Marino ha detto al programma televisivo “Unomattina” che per l’anno 2014 ha sostenuto 128mila euro di spese di rappresentanza del suo gabinetto, una cifra molto più bassa rispetto a quella di diverse altre città italiane. Martedì l’ufficio stampa di Marino ha fatto però un altro calcolo, scrive Repubblica: ha detto che Marino ha speso una media di 773 euro mensili di rappresentanza con la carta di credito del Comune e altri 1.061 euro mensili per le missioni. Un totale di 1.789 euro, che moltiplicati per 12 mesi fanno circa 21.500 euro. Diversi giornali italiani hanno scritto che in realtà le due voci andrebbero sommate, perché sono due cose diverse e contengono giustificativi di spesa diversi. Quindi nel corso del 2014 Marino e il suo gabinetto avrebbero speso un totale di 150mila euro, una cifra comunque molto bassa per Roma.
Marino è anche accusato di essere stato poco trasparente su alcune spese da lui sostenute con la carta di credito del Comune, per quanto a un primo sguardo tra gli acquisti non ci sia niente di particolarmente sospetto o scandaloso. Nei giorni scorsi però Repubblica e Corriere hanno sentito alcune persone che stando ai conti presentati da Marino avevano cenato con lui: alcune di queste persone hanno però smentito le cene. In generale Marino è criticato da diverso tempo e per diverse questioni, anche dall’interno del Partito Democratico.