Foto di giorni agitati in Senato
La votazione degli emendamenti al disegno di legge per le riforme costituzionali continua veloce, con l'opposizione che fa "resistenza passiva" (quasi, diciamo)
In questi giorni il Senato sta votando gli emendamenti del disegno di legge presentato dal governo Renzi per le riforme costituzionali, tra proteste delle opposizioni per i tempi contingentati e le critiche della maggioranza, che ritiene molte proteste strumentali e volte solo a fare ostruzionismo. Oggi il governo ha superato il primo voto segreto sulle riforme, respingendo un emendamento presentato dal senatore leghista Roberto Calderoli sulla tutela delle minoranze linguistiche. Come avevano annunciato a inizio seduta, le opposizioni stanno facendo “resistenza passiva”: non intervengono per argomentare le proposte contenute nei loro emendamenti e dicono di non volere più fare ostruzionismo. Al momento non hanno comunque l’intenzione di lasciare i lavori in aula.
Nella mattina di oggi è stato invece approvato l’articolo 7 delle riforme che riguarda i titoli di ammissione per potere fare parte del Senato. Durante la discussione il Movimento 5 Stelle ha contestato il presidente del Senato, Pietro Grasso, accusandolo di non rispettare il regolamento dell’aula. Grasso si è difeso dicendo di avere rispettato i tempi “per contatti e intese politiche” tra i gruppi parlamentari. Nei giorni scorsi ci sono state altre tensioni in aula: l’episodio più discusso ha riguardato i senatori Lucio Barani e Vincenzo D’Anna, accusati di avere fatto gesti osceni in aula, che sono stati entrambi sospesi per cinque giorni.
La riforma costituzionale è già stata approvata una volta dal Senato e dalla Camera, ma il testo è stato sempre modificato. Considerato che anche in questi giorni il testo è stato modificato – per la terza volta, precisamente – la legge che sarà approvata nei prossimi giorni dovrà nuovamente passare alla Camera. Solo nel caso in cui la Camera approvi la legge senza modifiche allora la “prima lettura” potrà essere conclusa. Analisti e commentatori sostengono però che l’ostacolo principale per il governo sia stato oramai superato. Alla Camera la maggioranza gode di un margine molto ampio e non dovrebbe avere difficoltà a far approvare la legge senza modifiche. A quel punto comincerà la “seconda lettura”, un voto molto più rapido in cui non si possono più presentare emendamenti o modifiche (in questi giorni erano stati presentati letteralmente milioni di emendamenti). La legge potrà solo essere approvata o respinta. Alla Camera la maggioranza non dovrebbe avere problemi e anche al Senato i numeri dovrebbero essere garantiti, grazie all’accordo con la minoranza del PD e con i fuoriusciti da Forza Italia.