La storia di Chris Mintz
Cioè dell'uomo che ha cercato di fermare l'attentatore della scuola di Roseburg e che è stato descritto da molti come un "eroe"
di Elahe Izadi, Abby Phillip e Eli Saslow - Washington Post
Giovedì primo ottobre era un giorno speciale per Chris Mintz: il sesto compleanno di suo figlio. Mintz ha postato un messaggio di auguri su Facebook, anche se suo figlio è troppo piccolo per vederlo. Qualche ora dopo Mintz – ex militare e ora studente all’Umpqua Community College – si è trovato di fronte a un uomo armato all’interno del suo campus universitario. E il suo primo pensiero è andato a suo figlio, si legge in un comunicato della famiglia Mintz.
La sparatoria di Roseburg, in Oregon, era già cominciata quando Mintz, 30 anni, ha cercato di bloccare la porta della classe in cui si trovava. In quel momento si è trovato di fronte all’attentatore, ha raccontato sua zia, Wanda Mintz. Chris è stato colpito tre volte ed è caduto a terra. Mentre era ferito ha provato a ragionare con l’uomo che gli aveva appena sparato: «È il compleanno di mio figlio, non lo fare». L’attentatore gli ha sparato altre due volte.
Quando Wanda ha parlato con Chris venerdì mattina, il giorno dopo la strage, lui si sentiva debole ma era cosciente. Aveva da poco subìto diversi interventi chirurgici per le ferite riportate. «Chris è fatto così, ha cercato di fare la cosa giusta. Se vede qualcuno in difficoltà cerca di aiutarlo. È quello che ha fatto giovedì: ha provato ad aiutare», ha spiegato sua zia. Roseburg, in Oregon, è un posto che si è aggiunto alla lunga lista delle comunità devastate da una strage negli Stati Uniti. Dieci persone, compreso l’attentatore, sono morte, e molte altre sono rimaste ferite. Chris Mintz fa parte ora del gruppo degli eroi che si sono trovati in mezzo a una sparatoria e che hanno cercato di fare qualcosa. Mintz ha riportato ferite alla schiena, all’addome, alla mano sinistra e alla gamba, secondo un post pubblicato su Facebook da Jayme Skinner, la madre di suo figlio.
I proiettili gli hanno spezzato entrambe le gambe. Una pagina online per raccogliere fondi per le sue cure mediche ha raggiunto i 300 mila dollari di donazioni, il 3.000 per cento in più dei 10 mila dollari necessari a pagarle tutte. Nella foto della pagina Facebook si vede Mintz sorridere mentre è sdraiato nel letto dell’ospedale. Dopo una serie di operazioni durate in tutto sei ore e mezza, Mintz è ora cosciente e capisce cosa sta succedendo intorno a lui, hanno raccontato i suoi parenti.
Mintz è nato nella cittadina di Randleman, in North Carolina, dove finì il liceo nel 2003. Dopo gli studi, nel maggio del 2004, si arruolò nell’esercito, dove rimase fino al 2007. Completò il suo addestramento a Fort Benning, in Georgia, e poi fu trasferito a Fort Lewis, nello stato di Washington, dove conobbe Jayme Skinner, che sarebbe poi diventata la madre di suo figlio. Mintz non ha mai partecipato ad operazioni di combattimento e non è mai stato inviato oltremare, ma ha comunque ottenuto diverse decorazioni. Dopo aver lasciato l’esercito, partecipò ad alcune competizione di wrestling e di arti marziali miste. I suoi parenti sostengono che le esperienze che Mintz ha fatto nell’esercito e nella lotta spiegano il suo comportamento durante la sparatoria, che è stato definito “eroico” da molti.
Mintz si è trasferito in Oregon dal North Carolina sei anni fa a causa delle cattive condizioni economiche in cui si trovava lo stato dove era nato. All’epoca Mintz viveva in una roulotte con la sua famiglia. La sua pagina è piena di foto che lo mostrano giocare con il figlio e di poster motivazionali, spesso di ispirazione religiosa. La zia di Mintz dice che il figlio di Chris è autistico e comunque troppo piccolo per comprendere cosa sia successo al padre. Mintz dovrà ora subire altri interventi chirurgici e probabilmente dovrà passare un periodo in sedia a rotelle. Uno degli ultimi messaggi sul suo profilo è stato postato da uno dei suoi amici: «Chris dovrà far molta strada per rimettersi in sesto dopo le ferite, ma è un tipo tosto e ci riuscirà alla grande. Oggi è diventato un eroe».
©Washington Post 2015