Per il presidente del Napoli lo stadio del Napoli “è un cesso”
Parlando alla radio ha criticato in modo piuttosto acceso il sindaco di Napoli e lo stadio
Il presidente del Napoli e produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis è intervenuto mercoledì 30 settembre a Radio Kiss Kiss parlando con toni molto accesi dello stadio di Napoli e del sindaco Luigi De Magistris, che a sua volta aveva detto a Rai 3 che mancava «un’offerta seria» da parte della società Calcio Napoli per la ristrutturazione della struttura.
Ieri era stato anche rimandato il voto in consiglio comunale — per mancanza di numero legale — della delibera sul rinnovo della convenzione (scaduta) tra amministrazione e società per l’utilizzo dell’impianto. De Laurentiis ha detto, sostanzialmente, che gli accordi con il sindaco erano stati presi, che lo stadio glielo hanno fatto «strapagare», che dovrebbero darglielo «gratis» e che è «un grande cesso». Il motivo delle tensioni tra comune e presidente del Napoli è, appunto, la ristrutturazione dello stadio, di cui il Calcio Napoli dovrebbe farsi carico in cambio di una concessione per 99 anni. La discussione tra comune e società va avanti da tempo ma evidentemente non è stato ancora raggiunto un accordo.
«Sono rimasto, leggendo la rassegna stampa, basito e perplesso di quest’intervento di De Magistris su Rai 3. Il signor Sindaco nel lontano gennaio, nel mio ufficio è venuto a cena e gli ho spiegato ciò che avrei voluto fare. Avrei messo 20 milioni di euro, miei personali, e che gli avrei fatto i lavori allo stadio. Gli brillavano gli occhi, mi ha stretto la mano e ci siamo accordati. Ho cominciato la ricerca di vari studi di architettura ed ingegneri. Non ero mai convinto anche perché mi serviva gente che fosse abilitata ad andare spesso a Napoli. Ho scoperto che lo Juventus Stadium è stato fatto da un architetto che aveva uno studio a Roma. Ho chiamato l’architetto Zavanella ed abbiamo stipulato il contratto: è stato fatto lo studio di fattibilità da parte dell’architetto prima del piano economico-finanziario. Per rispettare tutti i parametri, entro il 15 luglio abbiamo consegnato lo studio di fattibilità ed il 31 luglio abbiamo consegnato il piano economico-finanziario. Il Comune dovrà accettarlo o meno, se dovesse andar bene è lo stesso Comune che chiede di poter fare il piano definitivo per il San Paolo nei successivi quattro mesi.
Alla fine di febbraio avrei dovuto portare su tavolo il progetto definitivo. Oltre ai 20 milioni che ho messo sul tavolo, avevo previsto anche un’ulteriore struttura per il rimodellamento di tutto il Piazzale Tecchio rendendolo zona pedonale, con un centro commerciale di circa 45mila metri quadrati. Avevamo un accordo di massima con dei gruppi molto interessati. Sarei diventato un aggregatore di forze economiche importanti. Ho portato il Napoli per sei anni consecutivi in Europa e tutta la ‘monnezza’ della napoletanità non di livello l’abbiamo ammortizzata nel mondo con l’immagine del Calcio Napoli che è diventata la sedicesima squadra a livello mondiale, lo dice il ranking. Milan, Lazio e Roma sono molto lontane dal Napoli.
Di questo mi si deve dare atto, questi risultati sono arrivati nonostante la schifezza della schifezza, della schifezza della straschifezza del San Paolo che ci viene dato in concessione il giorno dell’evento, il Napoli non è responsabile dell’intera manutenzione, ma solo del prato dove si gioca. Prato definito come il migliore d’Italia. Il Napoli quando interviene sa lavorare, altrimenti non sarebbe da sei anni costantemente in Europa. Giocare in uno stadio dove mi vergogno di andare, e chiedo scusa ai napoletani, dove non ci sono i bagni e c’è sempre un problema è grave. Mi ci sono abituato, non ci faccio più caso, amo il San Paolo così com’è. Quando entro allo stadio sento le vibrazioni dei tifosi e non mi ci fanno pensare. Vi prego di capire e di comprendere il mio disagio quando vengono delle squadre straniere da noi.
L’altro giorno c’era Andrea Agnelli, abituato allo Juventus Stadium, è normale che entrando al San Paolo rimane smarrito. Quando è venuto il Chelsea o anche il Psg c’era da vergognarsi. Non posso spiegare a tutti che lo stadio è del Comune ed io ci faccio una brutta figura. Durante la settimana lo Stadio è Napoli città aperta! Come mai il sindaco mi strinse la mano nel mio ufficio davanti ad un bel piatto di spaghetti? Non so cosa sia cambiato adesso. Più conosco Napoli e meno la capisco, è molto complicato. Mio padre si sarebbe fatto una risata e avrebbe detto ‘fottitenne’. Io sono più svizzero di adozione, a volte mi sorprendo. Stadio di proprietà? C’era un impegno sacrosanto verbale di Auricchio e del Sindaco di darmi una convenzione ponte dal 1 agosto per far sì che questo progetto andasse avanti.
Non mi resta niente, ci resta una convenzione che scade il 30 settembre. Come faccio ad investire altri 20-30 milioni nei giocatori a gennaio? Mi viene voglia di vendere tutti i miei giocatori. Come si fa a stare in una città dove il primo cittadino parla così e mi tradisce così. Il Consiglio Comunale che mi sta dando? Il Comune mi sta dando a disposizione un grande cesso. Io sono Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. Mi hanno fatto strapagare lo stadio, ma me lo dovrebbero dare gratis il San Paolo. L’affitto che chiede il Comune è stratosferico, l’ha detto il Coni interpellato dal Comune per stabilire i parametri economici. E’ stato lo stesso Coni a ribaltare la questione. Loro non sanno più come fregare noi, ma significa fregare i tifosi napoletani e la povera gente che si sensibilizza su una partita di calcio. Come si fa ad essere sindaco e non capire certe cose? Qualora fosse vero, potrebbe anche essere mal interpretato.
Ci siamo salutati ed abbracciati allo stadio l’altro giorno. Non capisco certe affermazioni, lo facesse De Magistris lo stadio. Se entro il 31 ottobre se non ho una convenzione ponte, quanto è vero Iddio il 2 novembre dichiarerò il de profundis del San Paolo con la morte nel cuore e mi vado a cercare un terreno e vado a costruire subito. Basta che faccio un fischio e cento industriali napoletani mi troveranno un terreno, pur di ripartire da una Napoli vincente e serie. Bisogna ripartire da una Napoli vincente e seria. Stadio nuovo? Volevo ristrutturare uno stadio facendolo più bello che nuovo. Se chiami duecento tifosi tra Curva, Distinti e Tribuna gli faccio vedere tutto il mio progetto. Io e De Magistris? Lui deve avere la pazienza di fare il tecnico. Non può dire cose che non stanno né in cielo e né in terra, quando i suoi uomini che sono dei tecnici dicono l’esatto contrario. Il problema italiano è che i sindaci non sono dei tecnici».