Lo spin doctor del Papa
La visita di Bergoglio negli Stati Uniti ha fatto riparlare del ruolo nella sua comunicazione di Greg Burke, un ex giornalista di Fox News
In occasione della visita di Papa Francesco negli Stati Uniti, molti media americani hanno raccontato di come Bergoglio sia diventato una specie di rock star, un personaggio popolare e apprezzato in tutto il mondo, anche tra i non credenti. I giornali italiani e internazionali da tempo scrivono del successo “trasversale” di Papa Francesco, sebbene molte delle sue posizioni siano riconducibili all’ala “progressista” della Chiesa. Secondo il magazine online Quartz, però, buona parte della sua popolarità va attribuita a un’attenta strategia di pubbliche relazioni.
Al di là delle questioni dottrinali, infatti, parte delle sue iniziative riprese con enfasi dai giornali – usare macchine utilitarie, abitare in un piccolo appartamento senza sfarzo, dare buca agli appuntamenti con i politici, eccetera – sono simboliche e simili ad altre intraprese da altri personaggi famosi, soprattutto politici, desiderosi di dare di sé un’immagine sobria e “normale”. L’articolo di Quartz, come altri simili usciti su giornali italiani e internazionali, gira in particolare attorno al ruolo di Greg Burke, un ex giornalista di Fox News che dal 2012 lavora al Vaticano come consulente capo per la comunicazione: lo spin doctor del Papa, praticamente. Burke è statunitense, ha 55 anni, è ovviamente cattolico, fa parte dell’Opus Dei – un gruppo molto settario e controverso interno alla Chiesa cattolica – e secondo un lungo articolo di VICE del 2013 è “il guru delle pubbliche relazioni” che sta dietro al successo del Papa.
Burke è stato assunto quando il Papa in carica era ancora Benedetto XVI, ma in molti hanno parlato soprattutto del suo lavoro con Francesco. Burke è nato a Saint Louis, in Missouri, ha studiato giornalismo alla Columbia University di New York e ha iniziato a lavorare come giornalista per la rispettata rivista americana cattolica National Catholic Register. Nel 1988 è stato assunto da TIME come corrispondente da Roma, mentre nel 2001 è passato a Fox News – una famosa rete televisiva americana di destra – per occuparsi sostanzialmente del Vaticano.
Burke stesso, nelle poche interviste in cui ha parlato esplicitamente del suo lavoro, ha ipotizzato di essere stato assunto per la sua solida competenza giornalistica e il modo in cui padroneggia i meccanismi di diffusione delle notizie. Il capo della Sala stampa del Vaticano – e quindi unico portavoce ufficiale del Papa – è però dal 2006 padre Federico Lombardi, che cura i rapporti coi giornalisti e spesso precisa e smentisce le notizie sul Papa e le sue dichiarazioni. Di cosa si occupi Burke, di conseguenza, non è chiarissimo: nessuna delle attività o iniziative recenti di Papa Francesco è stata ufficialmente associata a un’idea di Burke, e lui stesso ha detto che il suo lavoro consiste nell’operare “dietro le quinte”. VICE, però, ha fatto notare che Benedetto XVI ha iniziato a utilizzare Twitter con l’account @Pontifex solamente pochi mesi dopo l’assunzione di Burke. Francesco ha continuato a usare l’account aperto da Benedetto XVI, aggiornandolo con continuità e arrivando ad ottenere più di 7 milioni di follower (il Papa ha anche diversi altri account ufficiali in lingue locali: solo l’account italiano ha più di 3 milioni di follower). Burke stesso è molto attivo su Twitter.
Tremendous Pic. So THAT'S what if feels like to meet #PopeFrancis pic.twitter.com/25dRiSF7BP
— Greg Burke (@GregBurkeRome) September 24, 2015
Make My Day–Great Pic#PopeFrancis #PapaFrancisco pic.twitter.com/opncBVenXc
— Greg Burke (@GregBurkeRome) September 26, 2015
Paying Attention to the Pope#PopeFrancis #PopeInDC #PopeInUSA pic.twitter.com/AY6AuqH5Ls
— Greg Burke (@GregBurkeRome) September 24, 2015
Poco dopo essere stato assunto, Burke ha fatto capire in un’intervista a Vatican Insider il modo in cui intende il suo incarico, facendo un paragone con la gestione della comunicazione della Casa Bianca.
«Quando mi hanno spiegato il mio ruolo in Vaticano, ho subito pensato al posto di “direttore della comunicazione” presso la Casa Bianca, nella quale c’è il portavoce che ci mette la faccia e poi c’è un altro personaggio che, dietro le quinte, pensa alle strategie: come formulare il messaggio? Come trasmetterlo? Dove e quando?»
Burke è comunque un giornalista molto rispettato, uno che coi giornali e i media “ci sa fare” e ha spesso la battuta pronta. Parlando col Daily Beast ha scherzato sulla propria assunzione spiegando: «Se volete citare una teoria complottista, mettete insieme Fox News [spesso accusata negli Stati Uniti di diffondere teorie complottiste] e il legame con l’Opus Dei». Durante una lezione tenuta a Londra in un seminario sulla comunicazione ha detto a una stanza piena di giornalisti: «Pensavo che dopo essere stato a Fox News sarei finito in una squadra di calcio. Invece sono finito a lavorare in Vaticano. Non ho biglietti gratis per le partite ma in compenso ho degli ottimi posti a sedere sia a Natale sia a Pasqua».
Con chi gli chiede quanto ci sia di suo in quello che fa o dice Papa Francesco, però, Burke è molto chiaro: «Francesco è Francesco. È come Michael Jordan che gioca a basket, o per fare una metafora calcistica è Messi con una palla da calcio: noi siamo lì che tifiamo per lui e cerchiamo di passargliela».