La poliomielite non è più endemica in Nigeria
Non si verificano nuovi casi da più di un anno, dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità: ora il virus è endemico soltanto in Pakistan e Afghanistan
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha detto che la poliomielite non è più endemica in Nigeria, dove non si verificano nuovi casi di trasmissione della malattia da dodici mesi: l’ultimo caso di trasmissione conosciuto è avvenuto il 24 luglio del 2014. Se passeranno altri due anni senza nuovi casi, la Nigeria potrà essere considerata libera dalla poliomielite. L’India era stato l’ultimo paese ad avere debellato completamente la poliomielite. Nella lista dell’OMS sono rimasti oramai soltanto due paesi dove la poliomielite è endemica, cioè dove il virus continua a proliferare stabilmente: Afghanistan e Pakistan.
La poliomielite è una malattia causata da un virus ed è altamente contagiosa. Si trasmette di solito per via orale, attraverso l’ingestione di cibo o liquidi contaminati. Il virus viene contratto principalmente da bambini con meno di cinque anni. I primi sintomi sono simili a quelli dell’influenza, ma in circa un caso su 200 l’infezione si diffonde causando gravi danni al sistema nervoso che portano a paralisi, deformazioni e perdita della funzionalità dei muscoli. La poliomielite è una malattia senza una cura e l’unico modo per proteggersi dall’infezione è il vaccino scoperto dal medico Jonas Salk negli anni Cinquanta. Il metodo più diffuso di vaccinazione è quello che prevede l’assunzione per via orale di alcune gocce.
Negli ultimi anni l’OMS e il Global Polio Eradication Initiative (GPEI) hanno condotto uno sforzo enorme per combattere la poliomielite. In Nigeria più di 200 mila volontari hanno vaccinato 45 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il GPEI venne fondato nel 1988 quando in 125 paesi diverse decine di migliaia di bambini venivano contagiati dal virus ogni anno. Introdurre le vaccinazioni in Nigeria non è stato facile e i medici si sono dovuti scontrare con l’opposizione a tutti i livelli della società. Nel 2003 i governatori di diversi stati nel nord della Nigeria si opposero alle vaccinazioni sostenendo che causavano sterilità. Quando i governi locali accettarono i medici e i loro vaccini, l’opposizione si concentrò nei villaggi e nei centri rurali, alimentata da gruppi di estremisti islamici. Nel 2013 una ventina tra medici e volontari impegnati nel programma di vaccinazione furono uccisi da alcuni fanatici probabilmente legati a Boko Haram.
Lo stesso problema si verifica ancora oggi in quelle zone del Pakistan sotto il controllo dei talebani locali che non permettono in alcun modo agli operatori sanitari di procedere con le vaccinazioni. Come in Nigeria, anche gli estremisti pachistani utilizzano una serie di teorie del complotto per giustificare il loro divieto alle vaccinazioni. Si tratta di teorie che, per una volta, hanno un remoto fondo di verità, visto che nel 2011 gli americani utilizzarono un medico anti-polio per cercare di accertarsi dell’identità di Osama Bin Laden dopo che avevano individuato la sua abitazione in Pakistan. Il medico cercò di prelevare un campione di DNA dai figli di Bin Laden fingendo proprio una vaccinazione anti-polio.
In Afghanistan, invece, i talebani hanno iniziato a permettere le vaccinazioni, contribuendo così a una grossa diminuzione di casi nel paese. Nonostante l’opposizione di questi gruppi di fanatici, i progressi contro la malattia sono stati enormi. Quest’anno sono stati registrati appena 41 casi di poliomielite, contro i più di 200 del 2014. Nel 1988 si verificarono 350 mila casi di poliomielite in 125 paesi diversi.