La teatrale sfilata di Philipp Plein
"Paccottiglia" e baracconata, o apprezzato brand da fatturati in crescita del 54%, i suoi show sono sempre uno spettacolo
di Enrico Matzeu – @enricomatzeu
La prima giornata di sfilate a Milano si è conclusa mercoledì sera con l’evento dello stilista tedesco Phlipp Plein, noto per organizzare sempre degli show molto teatrali, e molto grandi. Per presentare la collezione maschile, lo scorso giugno, aveva creato un allestimento con tante macchine dorate che durante il défilé venivano schiacciate da un bulldozer, mentre i modelli arrivavano a bordo di moto in fiamme.
Questa volta invece, per la collezione donna primavera/estate 2016, ha fatto creare negli East End Studios di via Mecenate a Milano una passerella automatizzata con un tapis roulant che trasportava le modelle, e un robot che mentre passavano dava loro una borsa, in un’atmosfera che ricordava molto i film Blade Runner e Matrix. Altri robot suonavano degli strumenti musicali e formavano una band virtuale di accompagnamento per la cantante Courtney Love, che si è esibita durante lo show ed ha fatto la sua apparizione uscendo da un portone pentagonale in acciaio con il logo del brand disegnato da un laser verde. Lo stilista fa sempre partecipare alle sue sfilate artisti di vario genere, da Snoop Dogg a Pierre Sarkozy (che, oltre a essere figlio dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, è anche un dj).
Per allestire il luogo dell’evento ci sono voluti quattro giorni e sono state invitate 999 persone, ma ci sono stati anche degli intoppi organizzativi a causa della pioggia e dell’elevato numero di ospiti.
Philipp Plein ha iniziato la sua carriera come designer di mobili e pezzi di arredo, fondando il suo brand nel 1998 e trasformandolo nel 2004 in una casa di moda. Plein usa molta pelle e tante borchie, che ha proposto anche nella sfilata di mercoledì con giacche borchiate, pantaloni in nappa e vestiti molto scollati. Su Vogue America Luke Leitch ha scritto a proposito di Plein e della sua sfilata: «è un designer pop e anche gli abiti sono pop. Molti nella moda la ritengono paccottiglia, ma dietro l’apparente pochezza di questi abiti c’è comunque del design».
Nonostante lo stilista non piaccia a tutti gli addetti ai lavori, è apprezzato dai clienti: nel 2014 ha realizzato un fatturato di 200 milioni di euro con una crescita rispetto all’anno prima del 54 per cento. La sua popolarità mainstream lo aveva portato nella scorsa stagione televisiva anche a fare il giudice nel talent show di Rai Uno “Forte Forte Forte” con Raffaella Carrà.