La Norvegia ha pagato il Brasile per salvare l’Amazzonia
Nel 2008 aveva promesso soldi al governo brasiliano in cambio di sforzi per salvare le foreste: da allora ha versato quasi un miliardo di euro
Nel settembre del 2008 i governi di Brasile e Norvegia fecero un patto: da quel momento fino al 2015 la Norvegia avrebbe pagato ogni anno un’importante somma di denaro al Brasile, a condizione che il Brasile avesse diminuito in modo rilevante e costante la deforestazione dell’Amazzonia. Il Brasile l’ha fatto: dal 2008 al 2015 la deforestazione è diminuita del 75 per cento. La Norvegia di conseguenza rispettato il patto e a dicembre donerà 100 milioni di dollari al Brasile: 100 milioni che, se sommati ai soldi che la Norvegia ha già versato al Brasile a partire dal 2008, diventano un miliardo di dollari (circa 900 milioni di euro).
Negli ultimi anni la Norvegia ha realizzato accordi simili con molte altre nazioni, tra cui la Tanzania, l’Indonesia e la Liberia. Gli accordi fanno parte dell’iniziativa NICFI (Norway’s International Climate and Forest Initiative), un’iniziativa promossa dal ministero del Clima e dell’Ambiente norvegese. Ogni anno il NICFI dona circa 300 milioni di euro a vari stati in tutto il mondo, per diminuire la deforestazione. In tutti questi casi – e quindi anche nel caso del Brasile – si tratta di donazioni fatte seguendo le linee guida delle Nazioni Unite. Le donazioni della Norvegia non prevedono un ritorno economico diretto, ma possono esserci vantaggi indiretti: le azioni del NICFI rappresentano una “buona pubblicità” per il paese e il suo governo, e aiutano a migliorare e rafforzare i rapporti con le nazioni che ne beneficiano.
Secondo quanto deciso in base agli accordi presi nel 2008, la Norvegia ha avuto modo di osservare i miglioramenti fatti dal Brasile sotto il profilo ambientale e ha quindi versato negli anni la somma concordata. Le donazioni non sono però state fatte direttamente al Brasile: i soldi sono andati – e così sarà anche per il pagamento di dicembre – al Fundo Amazonia, un fondo speciale creato dall’allora presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Negli anni il fondo ha ricevuto soldi anche dal governo tedesco e da Petrobras, una multinazionale brasiliana del petrolio. Il governo norvegese è però stato il primo e più importante finanziatore del fondo.
Anche grazie ai finanziamenti norvegesi, dal 2008 a oggi il Brasile ha reso più rigide le sue norme ambientali ed è riuscito a gestire meglio il problema della deforestazione, per esempio collaborando con le varie amministrazioni locali (tentate dai profitti conseguenti alla deforestazione). Si stima che gli sforzi compiuti dal Brasile in questi anni abbiano salvato dalla deforestazione circa 53mila chilometri quadrati di foresta amazzonica: il corrispettivo di più di 14 milioni di campi da calcio.
Riferendosi ai risultati ottenuti dal Brasile, e all’importante contributo norvegese, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha scritto: «Questo è un eccezionale esempio di quella collaborazione internazionale che dobbiamo assicurarci di stabilire per un futuro sostenibile del nostro pianeta». Sarà proprio durante un summit delle Nazioni Unite sul clima e sull’ambiente che si terrà a dicembre che la Norvegia verserà la sua ultima “rata” al Fundo Amazonia. Reuters scrive però che un portavoce del governo norvegese – Gunhild Oland Santos-Nedrelid – ha fatto sapere che Norvegia e Brasile stanno già discutendo per prolungare la collaborazione.