Il Burkina Faso dopo il colpo di stato
È stata messa insieme la bozza di un accordo per superare la crisi, ma i golpisti l'hanno respinta e la situazione è ancora bloccata
Dopo il colpo di stato di giovedì scorso in Burkina Faso, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cédéao, che riunisce 16 stati e lavora per la sicurezza dell’Africa occidentale) ha presentato la bozza di un accordo per superare la crisi che dovrebbe essere discussa domani, martedì 22 settembre, ad Abuja, in Nigeria e che ad oggi non è stata ancora firmata da nessuna delle parti coinvolte. Il generale Gilbert Diendéré ha respinto l’accordo e non è chiaro come potranno proseguire i negoziati. Diendéré è il capo della guardia presidenziale che ha sciolto il governo e arrestato il presidente ad interim Michel Kafando e il primo ministro Yacouba Isaac Zida. Il giorno dopo il colpo di stato un portavoce dell’esercito aveva detto che Kafando era stato liberato, ma si trova di fatto ancora agli arresti domiciliari. Nel pomeriggio di oggi, l’esercito è intervenuto nella capitale Ouagadougou chiedendo alla guardia presidenziale di consegnare le armi, ma non ci sono ancora molte informazioni a riguardo.
Nel documento in tredici punti della Cédéao si chiedevano: elezioni non oltre il 22 novembre, ritiro del governo militare e fine della violenza, ritorno del governo di transizione con Michel Kafando come presidente ad interim, obbligo per il governo di transizione a non legiferare su questioni diverse da quelle che riguardano le prossime elezioni, amnistia per i golpisti e possibilità di candidarsi estesa anche a persone attualmente non ammissibili e cioè vicine all’ex presidente Blaise Compaoré (l’esclusione dalle elezioni dell’area politica vicina al vecchio regime è stata uno dei motivi principali per giustificare il golpe). Domenica scorsa, dopo la fine dei negoziati nella capitale del Burkina Faso, i mediatori avevano parlato di una svolta, usando toni ottimistici, ma un documento visto in esclusiva da BBC e firmato dal generale Diendéré dice che la proposta non avrà seguito e l’esercito rimarrà al potere fino al giorno delle elezioni, fissate per il prossimo 11 ottobre.
Compaoré era stato a capo del paese per 27 anni e era stato deposto lo scorso anno dopo alcune violente proteste scatenate dalla sua stessa proposta di modificare la Costituzione per potersi presentare per un nuovo mandato da presidente. La guardia presidenziale, il corpo dell’esercito che ha guidato il colpo di stato, viene considerata molto vicina proprio a Compaoré, nonostante il generale Gilbert Diendéré abbia smentito di aver avuto contatti con l’ex presidente. Durante il colpo di stato centinaia di manifestanti si sono riuniti fuori dal palazzo presidenziale per protestare contro l’esercito che ha disperso la folla sparando in aria: negli scontri sono morte almeno dieci persone e altre sessanta sono rimaste ferite. I voli per uscire dal Burkina Faso sono stati cancellati ed è stato imposto un coprifuoco.