Papa Francesco è arrivato a Cuba
Ha fatto un breve discorso e poi un giro per le strade dell'Avana, dove nel pomeriggio terrà una messa: martedì andrà negli Stati Uniti
Sabato pomeriggio Papa Francesco è arrivato a Cuba, la prima tappa di un viaggio di nove giorni che comprenderà anche gli Stati Uniti. Papa Francesco è arrivato a bordo di un aereo: è stato accolto dal presidente cubano Raúl Castro e dopo un breve e formale discorso ha fatto un giro per alcune strade dell’Avana, alcune delle quali riasfaltate e ripitturate per l’occasione. Secondo il direttore dell’ufficio stampa del Vaticano Federico Lombardi circa 100mila persone hanno accolto il Papa sulla strada che porta dall’aeroporto al centro dell’Avana.
Il primo evento “ufficiale” di Papa Francesco a Cuba sarà la celebrazione di una messa in Piazza della Rivoluzione all’Avana, in un palco montato appositamente: la messa inizierà alle ore 9 locali, quando in Italia saranno le 15 (la messa si potrà seguire in streaming qui). Papa Francesco lascerà Cuba mercoledì 23, quando partirà per gli Stati Uniti.
Non è la prima volta che un Papa visita Cuba – di recente ci sono stati sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI – ma incontri del genere sono sempre guardati con molto interesse dalla stampa internazionale: Cuba è un paese controllato da una dittatura comunista e dichiaratamente atea. Negli anni successivi alla rivoluzione comunista del 1959 i sacerdoti cattolici furono banditi dal paese e le scuole cattoliche furono chiuse. Nei decenni successivi è però tornata a formarsi una comunità cattolica, di recente accusata anche di essere eccessivamente connivente col regime. Non è però chiaro quanti siano effettivamente i cattolici a Cuba: secondo il Vaticano sono il 60 per cento degli abitanti dell’isola, mentre secondo uno studio del Dipartimento di Stato americano del 2011 solo il 4 o il 5 per cento dei cubani partecipa regolarmente alle messe.
Poco dopo essere arrivato, il Papa ha ringraziato soprattutto i vescovi e le autorità cubane e ha lodato il recente riavvicinamento diplomatico di Cuba e degli Stati Uniti. Mesi fa sia il presidente degli Stati Uniti Barack Obama sia Raúl Castro avevano già riconosciuto l’importante ruolo di mediazione svolto dal Papa fra i due paesi. Parlando all’aeroporto dell’Avana, Papa Francesco ha detto:
«Da alcuni mesi stiamo assistendo a un evento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione della relazione fra due popoli dopo anni di lontananza. È la vittoria della cultura del dialogo e dell’incontro. Chiedo ai leader politici di proseguire su questa via, sviluppandone tutte le potenzialità, come prova del grande servizio che sono chiamati a compiere in nome della pace e del benessere dei loro popoli, e di tutta l’America, e come esempio di riconciliazione per tutto il mondo».
Il Guardian ha scritto che l’unico passaggio “a braccio” del breve discorso di Papa Francesco conteneva un invito a pregare in un’epoca che «assomiglia a una terza guerra mondiale». Un altro breve passaggio è stato letto come una specie di giustificazione per il fatto che non sono previsti incontri ufficiali con i dissidenti del regime cubano. Papa Francesco ha detto: «vorrei che i miei ringraziamenti arrivassero specialmente a tutti quelli che per varie ragioni non potrò incontrare, e a tutti i cubani nel mondo». Da decenni moltissimi dissidenti del regime cubano vivono a Miami, negli Stati Uniti, e nonostante compongano una parte importante della comunità locale sono spesso esclusi dalle visite ufficiali dei capi di stato.
Papa Francesco si fermerà a Cuba – dove visiterà anche le città di Holguín e Santiago – fino a martedì 22 settembre (qui c’è il programma completo del suo viaggio). Non è ancora chiaro se riuscirà ad incontrare Fidel Castro, col quale non è previsto nessun incontro ufficiale: il Guardian ha scritto che secondo una fonte del Vaticano il Papa desidera comunque incontrarlo.