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  • Domenica 20 settembre 2015

La storia dei manifesti di un battesimo particolare a Catania

Erano stati affissi per pubblicizzare il battesimo del figlio di un uomo ritenuto vicino alla mafia: il questore li ha fatti rimuovere

(ANSA)
(ANSA)

Questa mattina i principali quotidiani italiani si sono occupati di una polemica iniziata a Catania, in Sicilia, su alcuni manifesti che pubblicizzavano il battesimo di un bambino. La polemica è nata dal fatto che il bambino è il figlio di un personaggio che diversi giornali descrivono come vicino alla criminalità organizzata. I manifesti, dopo essere stati affissi in giro per la città, sono stati rimossi ieri su ordine del questore di Catania. Il padre del bambino, Francesco Rapisarda, ha detto all’agenzia di stampa AGI di aver annullato la festa di battesimo, ma il questore ha comunque detto che l’evento sarà sorvegliato nel caso dovesse svolgersi.

Manifesto battesimo_2

Il primo ad occuparsi del manifesto è stato Matteo Iannitti, 24 anni e candidato sindaco di Catania nel 2013 con la lista “Catania bene comune”. Poco prima delle 10 di sabato mattina, Iannitti ha pubblicato su Facebook una foto di uno dei manifesti accompagnata da un commento. La fotografia, ha spiegato Iannitti al Post, era stata scattata originariamente da uno dei cantanti che avrebbero dovuto partecipare all’evento. Iannitti ha scritto su Facebook:

“Questa creatura meravigliosa…è COSA NOSTRA”.
Ecco come vengono festeggiati alcuni battesimi a Catania, cantanti neomelodici, volti noti della Tv commerciale, tutti invitati e pagati chissà quanto per la grande festa.
Manifesti 6×3 in giro per la città, la data ma non il luogo dell’evento che pare sia una grande villa privata.
Antonio Felice Rapisarda non ha alcuna colpa e questa città ha bisogno di “un esercito di maestre elementari” di scuole, biblioteche, servizi sociali nei quartieri, per salvarsi e salvare anche Antonio che dopo pochi giorni di vita è sbattuto su un manifesto per celebrare la potenza della sua “Famiglia”.

L’accenno a “cosa nostra” e il fatto che Rapisarda sia sospettato di coinvolgimento con la criminalità organizzata hanno spinto diversi commentatori e politici a criticare l’evento e il questore a ordinare la rimozione dei manifesti (che, sembra, erano anche privi dei necessari permessi). Alla festa che è stata successivamente annullata avrebbero dovuto partecipare diversi cantanti e celebrità minori della televisione. Una radio locale avrebbe dovuto trasmettere in diretta i festeggiamenti, ma ha rinunciato dopo la pubblicazione della storia sui giornali. Diversi commentatori avevano paragonato la festa al funerale di Vittorio Casamonica, avvenuto lo scorso agosto a Roma.