Giappone-Sudafrica, la più sorprendente partita nella storia del rugby
Si è giocata ieri, i giapponesi hanno battuto i fortissimi sudafricani alla Coppa del Mondo: con un finale di partita da film
Giappone e Sudafrica di rugby hanno giocato sabato la loro prima partita della Coppa del Mondo di rugby 2015 che si sta disputando nel Regno Unito: ha vinto il Giappone, e la vittoria è stata definita la più sorprendente nella storia della Coppa del Mondo di rugby. Spesso queste esagerazioni sono inappropriate, in questo caso no: a ben vedere è anche difficile trovare un risultato più sorprendente nell’intera storia del rugby. Oltre che sorprendente, la partita in cui il Giappone ha battuto il Sudafrica è stata molto bella, combattuta – è finita 34 a 32 – e appassionante: il Giappone ha vinto negli ultimi secondi, dopo alcuni minuti che meritano d’essere raccontati.
Il Sudafrica è da decenni una delle migliori squadre di rugby al mondo: è al momento terza nel ranking mondiale e in passato ha vinto due edizioni della Coppa del Mondo. È arrivata nel Regno Unito con l’obiettivo di vincere la Coppa del Mondo, ora rischia di uscire nella fase a gironi. Il Giappone è la tredicesima squadra del ranking mondiale e nella storia della Coppa del Mondo, prima della vittoria contro il Sudafrica, aveva vinto una sola partita (su 24 giocate): nel 1991 contro lo Zimbabwe (una squadra molto debole, che da allora non si è mai più qualificata alla Coppa del Mondo). Prima della partita tra Sudafrica e Giappone i principali siti di scommesse al mondo si aspettavano una sconfitta giapponese, e si aspettavano che quella sconfitta sarebbe arrivata con alcune decine di punti di scarto tra le due squadre.
La nazionale giapponese – i cui giocatori sono soprannominati “Brave Blossoms” (i “fiori coraggiosi”) – ha giocato una partita che il Guardian definisce “totalmente sensazionale”. Il Giappone ha vinto non perché il Sudafrica ha giocato male, ma perché i giocatori giapponese hanno fatto una prestazione notevole, con una grande e costante intensità: hanno mostrato un’ottima difesa e un elegante ed efficace attacco. Sin dai primi minuti la partita è stata equilibrata e combattuta: il primo tempo è finito 14 a 12 per il Sudafrica, che a venti minuti dalla fine è riuscita a far crescere il suo vantaggio, arrivando sul 29 a 22. Il Giappone è riuscito a recuperare e a 10 minuti dalla fine il punteggio era 29-29. Poco dopo il Sudafrica è riuscito a ripassare in vantaggio, arrivando 32 a 29.
Gli ultimi minuti della partita
Nel rugby un vantaggio di tre punti a pochi minuti dalla fine è molto importante. Un calcio di punizione tra i pali – una sorta di calcio di punizione dopo un fallo – vale infatti tre punti e l’unica possibilità che una squadra “sotto di tre punti” ha per vincere la partita è segnare una meta (che vale 5 punti). A un minuto dalla fine il Giappone è riuscito a ottenere un importante calcio di punizione: poteva usarlo per calciare il pallone tra i pali, fare tre punti e ottenere uno storico pareggio. Secondo le regole del rugby poteva però anche usare quel calcio per guadagnare una touche (una rimessa laterale) e, partendo da quella touche, provare a segnare una difficile meta. Il Giappone ha rischiato di perdere per provare a vincere.
Gli ultimi secondi della partita sono stati notevoli: il Giappone è riuscito a far fruttare la touche e a segnare una meta, di dubbia validità. L’arbitro, che nel rugby ha la possibilità di usare la “moviola in campo”, ha rivisto l’azione e ha annullato la meta. A quel punto il tempo regolamentare era finito e al Giappone rimaneva un’ultima possibilità: una mischia ordinata a cinque metri dalla linea di meta. Il Giappone ci ha riprovato: nell’ultima azione disponibile ha spostato la palla da un lato del campo all’altro e ha segnato una meta che gli ha permesso di vincere 34 a 32.
Come ha fatto il Giappone?
Giocando benissimo per 80 minuti, e “programmando” la sua crescita nel rugby negli ultimi 10 anni almeno. Facile dirlo dopo, ma negli ultimi anni ci sono stati segnali che dicevano che il Giappone stava diventando una buona squadra. Nel 2003 la federazione rugbistica giapponese creò un nuovo campionato nazionale, che negli anni è cresciuto e migliorato: lo sponsorizzano le più grandi aziende giapponesi, le squadre che vi partecipano sono aumentate (erano 12 e sono ora 24), i giocatori giapponesi giocano in Giappone e anche alcuni importanti giocatori stranieri scelgono di andare a giocare nel campionato giapponese. La più grande prova del fatto che il Giappone avesse deciso di puntare sul rugby è arrivata nel 2009, quando al Giappone è stata assegnata l’organizzazione della Coppa del Mondo di rugby 2019.
E ora?
Nel girone B di Sudafrica e Giappone ci sono anche Scozia, Samoa e Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono la squadra più debole, Scozia e Samoa erano considerate più forti del Giappone. Ora è difficile prevedere come andranno le altre partite del girone, al termine del quale le prime due classificate andranno ai quarti di finale. Se mercoledì 23 settembre il Giappone batterà la Scozia sarà quasi sicuro di arrivare ai quarti (e sarebbe il più sorprendente accesso ai quarti di finale della storia della Coppa del Mondo).
In the rugby fan village at Cardiff Arms Park. A Japanese man just did a lap of honour on an Irish fellas back!
— Michael Pearlman (@MPearlo) September 19, 2015