La rissa nel Parlamento del Giappone
Alcuni parlamentari pacifisti hanno cercato di bloccare in modo poco pacifico una legge che rafforza l'esercito
Il 17 settembre c’è stata una rissa nel Parlamento del Giappone: alcuni parlamentari dell’opposizione hanno cercato di bloccare fisicamente – buttandosi sui fogli e cercando di strapparli – l’approvazione di una legge contro cui si oppongono da mesi. Nella Camera dei consiglieri del Giappone (la più importante delle due camere dello stato) una commissione speciale di parlamentari doveva votare alcune importanti proposte di legge sulla sicurezza: il punto più controverso delle proposte permetterebbe all’esercito di combattere fuori dai propri confini, andando contro un principio che in Giappone esiste dalla fine della Seconda guerra mondiale. Dopo le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e la resa del Giappone, si decise infatti che l’esercito giapponese sarebbe stato solamente una “forza di autodifesa”.
La commissione speciale è infine riuscita a votare ed approvare le proposte di legge, che dovranno però ora essere votate (non è ancora chiaro quando ma è questione di giorni) dall’intera Camera dei consiglieri. Le leggi sulla sicurezza sono da mesi uno dei più frequenti motivi di scontro tra l’opposizione e la maggioranza conservatrice del primo ministro Shinzō Abe. La Camera dei rappresentanti (la camera bassa del Giappone) aveva approvato le proposte di legge a luglio, e anche in quel caso c’erano stati scontri e proteste. Il New York Times spiega che dopo il passaggio delle leggi nella Camera dei rappresentanti e nella commissione speciale, il voto della Camera dei consiglieri è un passaggio formale: anche se dovesse votare “no”, il governo potrebbe comunque sfruttare la sua grande maggioranza nella Camera dei consiglieri per far comunque approvare definitivamente le proposte di legge relative alla sicurezza.
Le azioni dei membri dell’opposizione hanno quindi lo scopo di provare a bloccare l’approvazione delle leggi grazie a una discussione pubblica ed extraparlamentare. In passato – e ancor più negli ultimi giorni – migliaia di persone hanno infatti manifestato fuori dal Parlamento giapponese contro l’approvazione delle leggi sulla sicurezza.
La maggioranza guidata da Abe ritiene che negli ultimi decenni l’eccessivo pacifismo abbia danneggiato il Giappone. Il New York Times scrive che l’approvazione delle leggi sulla sicurezza permetterebbe al Giappone di contrastare le “recenti minacce dovute alla crescita militare della Cina”. Potendo usare le sue truppe anche fuori dai suoi confini – o comunque minacciarlo – il Giappone potrebbe inoltre avere un più importante ruolo internazionale, collaborando per esempio più da vicino con gli Stati Uniti e fornendo supporto logistico alle azioni statunitensi.