L’Australia ha un nuovo primo ministro
Dalla mattina alla sera: Malcom Turnbull ha vinto il voto di fiducia all'interno del partito liberale contro il leader e primo ministro uscente Tony Abbott
Malcolm Turnbull è il nuovo primo ministro dell’Australia, dopo una votazione interna al partito liberale che ha visto Turnbull vincere con 54 voti contro i 44 di Tony Abbott, il primo ministro uscente.
In Australia l’incarico di capo del governo viene assegnato, salvo rare eccezioni, al leader del partito vincitore delle elezioni: ma quando una corrente del partito ritiene che il leader non sia più adatto a ricoprire quel ruolo o che non vincerebbe le successive elezioni può chiedere un voto di “sfida” (leadership spill), con il quale un contendente può battere il leader in carica, diventare il nuovo capo del partito e formare un nuovo governo. È quello che è successo oggi con Turnbull e Abbott. L’ultimo precedente del genere risaliva al giugno 2013, con la sostituzione della laburista Julia Gillard.
Nella conferenza stampa dopo la votazione, Turnbull ha annunciato che ci saranno cambiamenti all’interno del governo. Per ora si sa soltanto che Julie Bishop continuerà a ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri e sarà anche il vice di Turnbull, come ha stabilito una seconda votazione interna che l’ha vista vincere su Kevin Andrews, l’altro contendente, con 70 voti contro 30. Tony Abbott non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione.
Turnbull, che era ministro delle Comunicazioni, ha detto di non aver preso la decisione alla leggera ma di esser stato spinto da molte persone perché Abbott non è più considerato in grado di guidare il paese. Turnbull è considerato molto popolare e in passato, nel 2009, era stato rimosso dall’incarico di leader del partito liberale – all’epoca all’opposizione – proprio da Abbott, per un solo voto. Tuttavia è poco gradito alla corrente più a destra del partito, per via del suo sostegno ai matrimoni gay e alla trasformazione dell’Australia in una repubblica, oltre che per posizioni più moderate sui cambiamenti climatici, avendo supportato la Carbon Pollution Reduction Scheme, una proposta del 2010 dei laburisti sulle emissioni inquinanti.
Tony Abbott credeva di vincere il ballottaggio e poche ore fa aveva commentato la decisione di Turnbull dicendo che “il ruolo di primo ministro di questa nazione non è un premio o un giocattolo da pretendere”. Nei giorni scorsi Abbott aveva anche definito “gossip” le voci su una possibile sfida e i racconti giornalistici secondo cui molti parlamentari e dirigenti del partito erano scontenti; aveva aggiunto quindi che si rifiutava “di stare ai giochi politici di Canberra”, la capitale australiana sede del Parlamento. Già a febbraio Abbott aveva affrontato critiche dal suo partito, e ne era uscito molto indebolito: era stato criticato per la sconfitta dei liberali alle elezioni locali nel Queensland e per aver assegnato il titolo di cavaliere al principe Filippo, marito della regina Elisabetta del Regno Unito.
In tutto questo, sabato nel collegio australiano di Canning si terranno delle elezioni straordinarie per la Camera dei Rappresentanti, rese necessarie dalla morte del parlamentare Don Randall. In Australia, il territorio nazionale è diviso in 150 collegi, uno per ogni seggio della Camera: ogni collegio elegge un candidato e la morte di Randall ha reso necessario un voto anticipato per trovare un nuovo rappresentante al suo collegio. Le elezioni locali erano già considerate una prova impegnativa per verificare la salute della leadership di Abbott e in generale i consensi del partito liberale a un anno dalle prossime elezioni.