• Mondo
  • Lunedì 14 settembre 2015

Le piccole decisioni dell’UE sui migranti

I ministri dell’Interno e della Giustizia hanno trovato un accordo piuttosto modesto confermando quanto già deciso a giugno: il ricollocamento di 40 mila richiedenti asilo. Del resto di riparlerà il prossimo 8 ottobre

La ministra svizzera della Giustizia Simonetta Sommaruga con Federica Mogherini (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)
La ministra svizzera della Giustizia Simonetta Sommaruga con Federica Mogherini (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Nel pomeriggio di lunedì 14 settembre i ministri dell’Interno e della Giustizia dei paesi membri dell’Unione Europea si sono riuniti a Bruxelles per discutere in via straordinaria di migrazione. Durante l’incontro sono riusciti a raggiungere un accordo che molti giornali internazionali hanno definito “modesto” e “parziale” e per cui le Nazioni Unite si sono dette «profondamente deluse».

Nel tardo pomeriggio, il Consiglio Giustizia e Affari interni (GAI) ha pubblicato un comunicato stampa in cui si dice che è stata presa la decisione di ricollocare 40 mila profughi nel corso dei prossimi due anni. L’accordo riguarda coloro che hanno «un evidente bisogno di protezione internazionale» e che sono arrivati o che arriveranno in Italia e in Grecia tra il 15 agosto 2015 e il 16 settembre 2017. Si tratta in realtà dell’attuazione di quanto già stabilito dall’accordo fatto a fine giugno tra i leader dei paesi dell’Ue. Nel comunicato non si fa alcun riferimento al sistema obbligatorio delle quote come previsto invece dalla prima bozza dell’agenda europea sull’immigrazione presentata lo scorso maggio. I richiedenti asilo saranno quindi accolti dai paesi dell’Unione su base volontaria.

Per ora i ministri non sono riusciti a stabilire i criteri di attuazione del piano fatto lo scorso 9 settembre dal presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, che aveva chiesto di distribuire in vari paesi dell’Unione, che dovranno ospitarli e gestire le loro richieste, 120 mila richiedenti asilo che oggi si trovano in Grecia, Italia e Ungheria. Il ministro tedesco degli Interni Thomas de Maiziere, parlando durante una pausa, ha detto che «c’è un accordo generale sui ricollocamenti, ma non sulle modalità. Questo sarà fatto l’8 ottobre». Di accordo, ma non all’unanimità tra i vari membri, ha parlato anche il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, che ha presieduto il Consiglio straordinario.

Tra i paesi che da settimane si oppongono al principio della redistribuzione ci sono la Slovacchia, la Repubblica Ceca e soprattutto l’Ungheria: da oggi, la polizia ungherese ha iniziato a sorvegliare il proprio confine con la Serbia e da mezzanotte, secondo i giornalisti presenti sul posto, i migranti potranno entrare nel paese solamente dai checkpoint “ufficiali”.

Lunedì 14 settembre il Consiglio Affari Generali dell’Unione europea ha raggiunto un accordo anche per autorizzare l’uso della forza militare contro il traffico di migranti nell’ambito dell’operazione navale nel Mediterraneo Eunavfor Med cominciata a luglio e ferma finora alla fase di monitoraggio e raccolta di informazioni. Le navi da guerra coinvolte, dal prossimo ottobre, saranno autorizzate a fermare le imbarcazioni sospette e anche a fare degli arresti. Nel frattempo, i governi di diversi paesi hanno deciso di aumentare i controlli alle frontiere: oltre alla Germania e all’Austria, anche la Slovacchia e l’Olanda.