Il Comune di Roma ha ufficializzato la candidatura alle Olimpiadi del 2024
Il comune di Roma ha ufficializzato la candidatura per le Olimpiadi del 2024. È stata firmata in Campidoglio, sede del Comune, la lettera indirizzata al CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. C’è stato un incontro a cui hanno partecipato, oltre al sindaco di Roma Ignazio Marino anche Luca Montezemolo (presidente del “Comitato promotore delle Olimpiadi Roma 2024”), Luca Pancalli (presidente del “Comitato paralimpico”), Giovanni Malagò (presidente del CONI), Giovanni Caudo (assessore all’urbanistica) e Claudia Bugno (direttore generale del “Comitato olimpico Roma 2024”).
Durante l’incontro si è parlato anche dell’area dove dovrebbe sorgere il villaggio olimpico, quella di Tor Vergata, e della necessità di costruire collegamenti tra quest’area e il resto della città. Per quanto riguarda i tempi: il Comitato Olimpico Internazionale ha stabilito che la discussione sul 2024 inizierà a Lima, in Perù, nel settembre del 2017. Il termine ultimo per presentare le candidature sarà invece il 15 settembre 2015.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva già annunciato la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. «Non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi» aveva detto Renzi sulla candidatura. «Il governo italiano è pronto insieme al CONI a fare la propria parte, per un progetto fatto non di grandi strutture ma di grandi persone. Sarà una delle cose più belle da fare»
Da anni ogni “grande opera” in Italia è finita oggetto di inchieste per corruzione e accuse di scarsa trasparenza sugli appalti, per questo motivo nel 2012 l’allora presidente del Consiglio Mario Monti non firmò la lettera di garanzia che avrebbe dovuto portare alla candidatura di Roma alle Olimpiadi estive del 2020. Monti spiegò che il suo governo stava facendo grossi sforzi per il risanamento finanziario del paese, che sarebbe stato più facile e “spendibile” dal punto di vista politico accettare di sostenere la candidatura ma che scelse di non farlo data la delicata condizione economica italiana.