La crisi di governo in Irlanda del Nord
Il primo ministro si è dimesso dopo l'omicidio di un ex combattente dell'IRA: si potrebbe tornare a votare e si rischia la fine dell'autonomia politica ottenuta nel 1998
Giovedì 10 settembre il primo ministro dell’Irlanda del Nord, il protestante Peter Robinson, ha nominato temporaneamente una sostituta a causa di una grave crisi del suo governo di coalizione. La crisi è cominciata per alcune tensioni fra gli Unionisti – i protestanti, detti anche Lealisti perché sono fedeli alla corona britannica – e i Repubblicani – i cattolici, che chiedono l’annessione dell’Irlanda del Nord all’Irlanda. I governi di coalizione tra Unionisti e Repubblicani vanno avanti da circa dieci anni: quello attuale è entrato in crisi dopo un omicidio avvenuto il mese scorso a Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, in cui sembrano essere coinvolti l’IRA, organizzazione militare indipendentista irlandese, e il partito cattolico e indipendentista Sinn Féin.
L’Irlanda del Nord è divisa da un secolo tra protestanti e cattolici. Le divisioni tra i due gruppi hanno provocato in passato molte violenze e hanno più volte sfiorato la guerra civile (i Troubles, “i Disordini”, è il nome degli scontri avvenuti fra protestanti e cattolici tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta). In questi scontri si è distinta, in particolare negli anni Ottanta, l’organizzazione terroristica nota come IRA (Irish Republican Army). Nonostante diciassette anni di relativa pace, la recente crisi di governo ha ridotto la già precaria fiducia tra Unionisti e Repubblicani: ora il rischio è che si debba ricorrere a nuove elezioni e che il primo ministro britannico David Cameron decida di sospendere il governo locale per ripristinare sull’Irlanda del Nord il controllo diretto di Londra.
I governi di coalizione nord-irlandesi sono il risultato di un lungo processo di pace. Nel 1998 fu raggiunto il Good Friday Agreement, accordo del Venerdì Santo firmato da diversi partiti dell’Irlanda del Nord su spinta dell’allora governo britannico guidato dal laburista Tony Blair e col patrocinio degli Stati Uniti. L’accordo prevedeva il diritto all’autodeterminazione dell’Irlanda del Nord e l’istituzione di un Parlamento nord-irlandese con potere legislativo e con il compito di eleggere il primo ministro del governo regionale. Le elezioni del 2007 furono vinte dal Democratic Unionist Party (DUP), il maggior partito protestante nord-irlandese. Dopo la firma di un patto fra i vincitori e il Sinn Féin, la maggiore forza di opposizione, venne formato un governo con la presenza di tutte le più importanti forze politiche della regione. Nel 2008 Peter Robinson fu nominato primo ministro a capo di questa coalizione.
L’episodio che ha portato all’attuale crisi è avvenuto lo scorso 13 agosto, quando è stato ucciso Kevin McGuigan, ex membro dell’IRA: l’uomo era sospettato a sua volta di essere coinvolto nell’omicidio avvenuto a maggio di un altro ex componente dell’IRA. Nei giorni scorsi tre membri del partito cattolico Sinn Féin sono stati arrestati per l’uccisione di McGuigan: tra loro c’è anche anche Bobby Storey, presidente del Sinn Féin in una provincia dell’Irlanda ed ex militare dell’IRA. In pratica sembrano esserci stati scontri interni tra diverse fazioni dello schieramento indipendentista. Questo «sviluppo», ha detto Robinson durante una conferenza stampa, «fa cadere la fiducia reciproca necessaria a governare insieme»: il motivo principale per cui gli Unionisti avevano deciso di governare con il Sinn Féin era stata la dichiarazione dell’IRA del 2005 di rinuncia alla lotta armata. Il sospetto è invece che il gruppo paramilitare sia ancora attivo. Lo ha dichiarato il capo della polizia dell’Irlanda del Nord George Hamilton precisando che le attività dell’IRA, oggi, sono legate alla criminalità organizzata e non al terrorismo.
Robinson – che appartiene al DUP – aveva chiesto una sospensione dell’attività parlamentare per discutere della crisi, ma i cattolici e altri partiti minori si sono opposti. Si era anche rivolto a Cameron chiedendo una sospensione teporanea delle istituzioni politiche della regione, ma gli è stata per ora negata nonstante Cameron abbia detto di essere «molto preoccupato per la situazione». Qualche ora dopo Robinson ha quindi nominato il ministro delle Finanze del suo governo, Arlene Foster, come sua sostituta: tecnicamente non si è dimesso, ma ha guadagnato tempo per non far cadere il governo e cercare di tenerlo in piedi. Tutti e tre i ministri del DUP che facevano parte del suo governo si sono comunque sospesi e ora ci sono solo pochi giorni per cercare di formare una nuova maggioranza di governo con DUP, Sinn Féin e gli altri tre principali partiti della regione: se non si riuscirà a trovare un accordo saranno convocate elezioni anticipate.