• Mondo
  • Giovedì 10 settembre 2015

L’Ungheria riprova a bloccare i migranti

Dopo la confusione e le aperture dei giorni passati, il governo annuncia ostacoli maggiori all'ingresso, in Austria è stata sospesa la vendita dei biglietti per i treni

Migranti in marcia sui binari poco oltre il confine tra Serbia e Ungheria (AP Photo/Matthias Schrader)
Migranti in marcia sui binari poco oltre il confine tra Serbia e Ungheria (AP Photo/Matthias Schrader)

Nella mattina di oggi la compagnia ferroviaria austriaca ÖBB ha sospeso la vendita dei suoi biglietti verso numerose destinazioni tra Austria e Ungheria, a causa della grande quantità di passeggeri sui treni. Il grande affollamento è dovuto in buona parte alla presenza di molti migranti che dall’Ungheria cercano di raggiungere Vienna per proseguire poi il loro viaggio verso i paesi del nord Europa. Ieri misure analoghe erano state temporaneamente prese in Danimarca, mentre la settimana scorsa migliaia di migranti erano rimasti bloccati alla stazione di Budapest, con la polizia ungherese che vietava loro di salire sui treni. Il governo austriaco ha annunciato che nelle ultime ore sono transitati in Austria circa 5.700 migranti, tutti provenienti dall’Ungheria. La televisione di stato della Serbia ha invece stimato che tra ieri e oggi al confine con l’Ungheria siano arrivate almeno 5mila persone.

Ungheria
L’Ungheria sta valutando l’introduzione di nuove regole molto più severe nei confronti dei migranti – che da settimane stanno arrivando ai suoi confini in grandi numeri dai paesi del Medio Oriente – attraverso una nuova legge che inasprisce le pene per chi entra illegalmente nel paese. Le norme sono state promosse dal governo conservatore di Viktor Orban, molto critico nei confronti dell’Unione europea e del modo con cui ha gestito la crisi dei flussi migratori negli ultimi mesi. Buona parte delle persone scappate dalla guerra in Siria o provenienti da altri paesi del Medio Oriente entrano nell’Unione attraversando il confine tra Serbia e Ungheria, con l’obiettivo di proseguire il loro viaggio verso i paesi del nord Europa dove fanno poi domanda di asilo. Il transito di migranti finora è stato molto consistente in Ungheria: si stima siano passate più di 170mila persone da inizio anno, circa quattro volte tanto rispetto al numero di migranti nel paese nel 2014 (in Italia nel 2015 ne sono entrati meno della metà).

Con le nuove regole, Orban confida di ridurre gli arrivi dalla Serbia, ma non è chiaro se saranno sufficientemente efficaci. Negli ultimi giorni migliaia di migranti sono stati bloccati poco oltre il confine con la Serbia, nelle vicinanze della città ungherese di Röszke: la polizia ha impedito loro di proseguire il viaggio e ci sono stati diversi momenti di tensione con gli agenti. Alcuni gruppi di migranti sono riusciti a sfuggire ai controlli e a incamminarsi sulla ferrovia che passa lì vicino, confidando di riuscire a prendere un treno per raggiungere l’Austria e per proseguire poi verso la Germania.

Crisi migranti

Nel corso di una conferenza stampa, il ministro della Giustizia ungherese László Trócsányi ha spiegato che dal prossimo 15 settembre i migranti che attraversano illegalmente il confine tra Serbia e Ungheria rischieranno l’espulsione dal suo paese e in alcuni casi il carcere. Trócsányi ha detto che saranno accolte solamente le persone “la cui vita è in pericolo” nell’ultimo paese in cui sono state lungo il loro viaggio, quindi in questo caso in territorio serbo, aggiungendo che “riteniamo siano tutti al sicuro in Serbia”. Chi non potrà dimostrare concretamente di essere in pericolo in Serbia sarà espulso dal paese, e non ci saranno particolari distinzioni per chi fa domanda di asilo. Le stesse richieste d’asilo saranno valutate in tempi molto più rapidi rispetto agli attuali – giorni e non più mesi – e ai migranti sarà data la possibilità di fare appello nel caso di un rifiuto in prima istanza.

Trócsányi ha spiegato che attualmente le leggi dell’Unione contemplano “la possibilità di creare un’area di transito al confine simile a quella degli aeroporti: dal 15 settembre, [i migranti] non potranno entrare nell’UE anche se si trovano geograficamente in Ungheria”. L’area di transito sarà utilizzata per ospitare i migranti, valutare le loro richieste di asilo ed effettuare i respingimenti verso la Serbia. In questo modo potrebbe essere precluso a migliaia di migranti il percorso più rapido per raggiungere i paesi del nord Europa, considerato che l’Ungheria è il primo paese dell’area Schengen che incontrano lungo il loro viaggio (significa che da lì in poi i controlli alla frontiera sono più blandi). Secondo il ministro della Giustizia, le nuove regole sono in linea con quanto previsto dalle convenzioni internazionali sul diritto d’asilo.

Hungary Anti-Migrant Fence

Barriera
Questa settimana le Nazioni Unite hanno stimato che entro i prossimi dieci giorni più di 40mila migranti arriveranno in Ungheria attraverso il confine con la Serbia, e hanno invitato il governo ungherese a tenersi pronto. In più occasioni Orban ha detto di volere seguire una linea severa nei confronti dei migranti, dicendo di doverlo fare per “proteggere i confini dell’Europa”. Il suo governo sta valutando se impegnare anche l’esercito, oltre alla polizia, nel lavoro di sorveglianza del confine con la Serbia. Nelle ultime ore sono state eseguite diverse esercitazioni e si parla della costruzione di nuove barriere con il filo spinato, oltre a quella già annunciata da tempo da Orban e in fase di costruzione dallo scorso luglio.

Il ministro degli Esteri dell’Ungheria, Peter Szijjarto, aveva annunciato la costruzione della barriera a inizio estate, giustificandola con la necessità di arginare il numero di ingressi illegali. Quando sarà completata, la barriera sarà lunga circa 175 chilometri e alta 4 metri: sarà formata da una rete metallica e filo spinato. Alla sua costruzione lavorano circa 900 persone, per lo più appartenenti all’esercito. Il piano di Orban è stato duramente criticato dai governi di diversi paesi dell’Unione europea e dalle stesse autorità europee. A fine agosto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, aveva detto: “L’Ungheria è parte dell’Europa, che ha dei valori: e quei valori non si rispettano mettendo in piedi recinti che non useremmo nemmeno per gli animali”.

Quote migranti
Sigmar Gabriel, il vice cancelliere della Germania, ha criticato il piano presentato ieri dalla Commissione europea per l’accoglimento dei richiedenti asilo tra gli stati membri. Ha detto che il progetto di accoglierne 120mila, oltre i 40mila già previsti in primavera, non è sufficiente e che si tratta di “una goccia nell’oceano”: la Germania finora ha accolto circa 450mila migranti, e decine di migliaia di questi provengono da paesi in guerra come la Siria e possono quindi fare domanda di asilo. Solo nei primi giorni di settembre, in Germania sono arrivati 37 mila migranti e si prevede che in tutto entro fine anno saranno almeno 800mila. Il governo tedesco si è offerto di accogliere tutti i rifugiati, ma ha chiesto che gli altri stati dell’UE si diano da fare per condividere lo sforzo di accoglienza.

Il piano della Commissione europea prevede che siano accolti 120mila rifugiati arrivati dal Medio Oriente in Italia, Grecia e in Ungheria: ogni paese dovrà accettare un numero minimo di migranti, sulla base di diversi parametri come prodotto interno lordo, tasso di disoccupazione e numero di domande di asilo ricevute negli ultimi tempi.