Chi è PewDiePie
Inutile dirvelo, già: lo avete visto su YouTube 10.048.642.273 volte
di Caitlin Dewey - Washington Post
Se ancora non conoscete il nome di Felix Kjellberg, fate parte della minoranza. Negli ultimi tre mesi, lo youtuber di 25 anni si è guadagnato un lungo profilo sulla tv ESPN, e una copertina della rivista Variety. Ha scritto un libro per adolescenti – This Book Loves You (Questo libro ti ama) – che è già tra i più popolari di Amazon, un mese prima che venga distribuito. E domenica scorsa ha aggiunto un nuovo record al suo curriculum: è la prima persona ad aver raggiunto dieci miliardi di visualizzazioni su YouTube (per vostra informazione, sulla terra ci sono sette miliardi di persone).
Nonostante tutto ciò, Kjellberg non è in effetti un nome familiare – e non solo perché è difficile da pronunciare. La maggior parte dei suoi fans sono teenager con uno spiccato, preesistente, interesse per i videogiochi; quando nel 2012 un altro youtuber ha chiesto a degli adulti di guardare i video sul canale di Kjellberg, per montare poi un video di reazioni, ha raccolto un misto di incredulità, perplessità e fastidio.
La stessa madre di Kjellberg una volta ha detto: «Il suo senso dell’umorismo, io non lo capisco». «Ho letto nei commenti: “Guardate al minuto 4.26. Non ho mai riso così tanto in vita mia”. Io ci sono andata e non ho trovato niente che sembrasse una buona battuta».
Come ha iniziato PewDiePie
Kjellberg – che ha scelto come soprannome PewDiePie (“Pew” per il suono che fa una pistola laser, “Die”, morte, e “Pie”, torta, per nessuna ragione in particolare) è nato a Göteborg, in Svezia, nel 1989. I suoi genitori sono entrambi importanti dirigenti d’azienda che l’hanno incoraggiato ad iscriversi all’Università di Tecnologia di Chalmers, un’università di Göteborg molto competitiva.
Mentre studiava ingegneria industriale, però, Kjellberg preferiva di gran lunga giocare ai videogames, e sentiva che quel posto non faceva per lui. Lasciare gli studi per giocare a tempo pieno ai videogames su YouTube non è stata una cosa facile da discutere con i suoi genitori.
Praticamente da subito, però, i video di Kjellberg sono stati un successo. Nel 2012 ha fondato il canale PewDiePie e ha iniziato a caricare video di se stesso che giocava a videogames horror, che commentava in un modo assurdo ed esagerato.
Nel 2011 aveva attirato intorno a sè un seguito internazionale. Nel 2012 ha traslocato dalla casa dei suoi genitori e ha iniziato una relazione con una delle sue fan, un’italiana che si chiama Marzia Bisognin: ora è anche lei una celebrità di YouTube e un’istituzione nei video di Kjellberg. Da quel momento, Kjellberg ha ampliato il suo seguito su YouTube e firmato un contratto con Maker Studio, una società multinazionale nel campo dei media di proprietà di Walt Disney Company.
Nel 2014 Kjellberg ha guadagnato più di 7 milioni di dollari (circa 6,2 milioni di euro). Così tanti soldi che si è sentito di doversi giustificare in un apposito video di sei minuti.
Cosa succede in quei video
Quel video, pubblicato due mesi fa, è un buon esempio delle scelte di Kjellberg: anche se viene comunemente descritto come un commentatore di videogiochi, è probabimente più esatto, a questo punto, definirlo un vlogger (l’equivalente dei blogger per chi fa video sul web) di interessi generalisti. Ovvero qualcuno la cui attrattiva è data dal proprio stile di vita e carattere e dal suo modo di comportarsi davanti alla videocamera.
I brevi video amatoriali di Kjellberg possono ruotare intorno a recensioni in prima persona di un gioco, ma anche a conversazioni tra lui e la sua ragazza. Se necessario possono anche essere prolissi flussi di coscienza di aggiornamenti sui suoi carlini, o sulla sua vita personale a Bristol, in Inghilterra.
Generalmente, però, questi video hanno sempre in comune due cose: il gergo (ad esempio i fan sono “bro”, abbreviazione e slang di brother, e vengono sempre chiamati così) e il trattamento enfatico e sovreccitato che riserva a qualsiasi cosa sia all’ordine del giorno.
Su YouTube il personaggio di Kjellberg è quasi sempre istericamente entusiasta; la sua capacità oratoria è dilettantesca e improvvisata, completata da mormorii, tentennamenti e parolacce. Soprattutto però, Kjellberg sembra possedere una varietà notevole di toni di voce e di accenti strani, che usa a caso (i suoi critici spesso stroncano i suoi “urli da ragazza”, che sono, ehm… particolari).
Per molte persone, inclusa la mamma di Kjellberg, il risultato è spiazzante. Kjellberg non è un cabarettista particolarmente arguto e vario e le cronache dei suoi giochi non sono così incisive, eppure impersona un valore culturale che è particolarmente importante per la generazione di YouTube: l’impressione di essere autentico al 100 per cento. Guardare un video di PewDiePie è come ascoltare un amico; di solito non proprio un amico super brillante o colto, ma un amico con cui è sempre divertente passare il tempo.
Dove vedrete Felix Kjellberg prossimamente
Tutti gli indizi suggeriscono che tutti passeremo con Kjellberg molto più tempo di quello che avevamo previsto. In passato lui stesso si è descritto come un timido davanti ai media e si è detto non a suo agio con l’attenzione riservatagli. È stato a lungo scettico su sponsorizzazioni, collaborazioni, conferenze, premiazioni e simili, derivati dal suo successo su YouTube.
Parlando alla rivista svedese Icon, Kjellberg si è lamentato che la sua influenza fosse già “pressoché spaventosa” e che fosse “quasi arrivato al punto di non volerla più avere”; i produttori di videogiochi hanno in effetti notato una sorta di “effetto Oprah” nel modo in cui le vendite impennano quando Kjellberg menziona i loro prodotti.
Più di recente, tuttavia, il timore dei riflettori di Kjellberg sembra che stia subendo una trasformazione. A parte il libro, Kjellberg sta presumibilmente lavorando a un videogame e si sta anche prendendo una pausa dal suo canale YouTube per apparire in tv. E quando quest’estate Variety l’ha nominato la sua “star digitale numero 1”, Kjellberg – una volta famoso per rifiutare qualsiasi intervista – ha accettato di farsi fotografare per la copertina. «YouTube ha rotto le barriere tra il pubblico e l’autore» ha detto Kjellberg alla rivista. «Sentono una connessione, un legame, con la persona che stanno guardando».
Qualsiasi cosa il pubblico senta quando guarda Kjellberg, è qualcosa che funziona: al momento in cui questo articolo è pubblicato, PewDiePie è a 10.048.642.273 visualizzazioni, in crescita.
©The Washington Post