Perché la Borsa di Milano va meglio delle altre
È stata fra le migliori in Europa nella prima parte del 2015 e c'è motivo di pensare che continui così, spiega Bloomberg
di Bloomberg – Roxana Zega
I guai delle borse che nelle ultime settimane hanno fatto perdere l’equivalente di 7,4mila miliardi di euro ai prezzi delle azioni sembra non avere toccato granché un mercato finanziario: quello italiano. Mentre le borse europee hanno perso circa tre quarti di quanto avevano guadagnato nel 2015, lo FTSE MIB – il principale indice della borsa di Milano – registra ancora un guadagno del 15 per cento dall’inizio dell’anno. Le società italiane hanno subìto meno il crollo delle borse generato dalla crisi finanziaria in Cina perché sono poco esposte al mercato cinese. Allo stesso tempo, gli investitori stanno scommettendo sul fatto che la recente ripresa economica del paese porti a un rialzo dei prezzi delle azioni, che sono stati molto bassi negli ultimi dieci anni.
Ion-Marc Valahu, co-fondatore e gestore del fondo Clairinvest a Ginevra, ha detto che contribuisce «il fatto che stiano uscendo dei buoni dati sull’economia e che le misure prese da Renzi sono viste positivamente». Valahu possiede investimenti in azioni italiane e ha detto che la borsa italiana «non è esposta come il DAX (il principale indice della borsa tedesca) alle esportazioni verso la Cina. È ancora un buon mercato e sta ancora traendo vantaggi dal Quantitative Easing».
Mentre il DAX ha perso il 17 per cento dal picco che aveva raggiunto ad aprile – in buona parte per un calo nell’industria delle automobili – le azioni italiane hanno perso meno della metà, registrando risultati migliori di moltissimi mercati europei. I ricavi delle tre maggiori società comprese nello FTSE MIB (ENI, Intesa Sanpaolo e UniCredit) provengono per il 65 per cento dal mercato europeo e solo per il 15 per cento da quello asiatico. In più quelli che scommettono sugli abbassamenti dei prezzi delle azioni si stanno occupando molto poco del mercato italiano, aumentandone la stabilità.
Gli investitori nel tempo sono diventati più fiduciosi sul fatto che le misure adottate dal governo Renzi e gli stimoli della Banca Centrale Europea stiano funzionando. L’economia italiana è cresciuta più del previsto nella prima metà dell’anno. La disoccupazione è inaspettatamente diminuita a luglio e l’industria manifatturiera e quella dei servizi sono cresciute più del previsto ad agosto. Fra le altre cose, Renzi ha modificato la legislazione sul lavoro rendendo più facile per le aziende sia assumere che licenziare. Unicredit, una delle maggiori banche italiane, ha annunciato di stare valutando il taglio di circa 10mila posti di lavoro, facendo salire il prezzo delle azioni del 4,2 per cento. Le quattro migliori banche in termini di risultati dello Stoxx Europe 600 – un indice che raccoglie gli andamenti di 600 società quotate in Europa – sono italiane.
Le azioni italiane insomma stanno vivendo un periodo di grande fiducia, dopo che il FTSE MIB aveva per il 38 per cento tra il 2005 e il 2014, mentre quelle europee crescevano del 36 per cento. Ma secondo Didier Duret, che si occupa di un fondo di 196 miliardi di euro per la banca ABN Amro, le cose potrebbero comunque tornare ad andare male. «C’è il rischio che la ripresa europea rallenti molto e si appiattisca. Se ci sarà un rallentamento, l’Italia ne soffrirà».
La Banca Centrale Europea giovedì ha rivisto e abbassato all’1,4 per cento le sue previsioni di crescita per l’Europa, mentre continuerà il suo programma di stimolo all’economia. La valutazione delle azioni però ha tenuto, anche se venerdì la Borsa di Milano ha perso quasi il 3 per cento. E gli investitori continuano a mettere soldi in fondi che gestiscono azioni italiane, come lo “iShares MSCI Italy Capped ETF”, che da gennaio non vede soldi uscire dalle sue casse – segno che gli investitori sono contenti di dove li hanno messi – e “ilLyxor ETF FTSE MIB”, che ha raccolto 36 milioni di euro ad agosto.
Lorne Baring, che si occupa di gestire 450 milioni di euro del fondo “B Capital”, ha detto che «oggi la cosa più preoccupante è la Cina e quindi capire chi verrà toccato dalla sua crisi finanziaria. Il mercato italiano è meno esposto di altri e c’è la sensazione che i mercati del Sud-Europa si stiano riprendendo più velocemente del previsto. Ci aspettiamo che il mercato italiano continui con questo andamento fino alla fine dell’anno».
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