Il buon vecchio Al Stewart
Sei canzoni del cantautore scozzese famoso nel mondo solo per "Year of the cat"
Il 5 settembre 2015 ha compiuto settant’anni Al Stewart, creativo cantautore scozzese con un breve periodo di grande popolarità negli anni Settanta, e famosissimo in tutto il mondo per una canzone – “Year of the cat” – che è tuttora tra i vecchi classici suonati molto dalle radio. Questa è una selezione delle sue canzoni migliori fatta da Luca Sofri per il suo libro Playlist, La musica è cambiata.
Nel 1965 a Londra si vedevano spesso John Martyn, Yoko Ono, Jimmy Page, Paul Simon e Al Stewart. Gli ultimi due abitavano assieme, e la mitologia racconta che uno spiantato Simon una volta abbia offerto a Stewart di vendergli tutte le sue canzoni. Quello disse di no: aveva già le sue. Gli bastarono per una cospicua discografia e due grandi dischi di folk-rock assolutamente originali. Al Stewart ha sessant’anni suonati ma – oltre a produrre vino in California – fa ancora dischi e concerti, sempre cantando di battaglie, profezie, ammiragli e rivoluzioni.
Year of the cat
(The year of the cat, 1976)
“Onamoninfromabogarmùvi”. La canzone meritevolmente più nota di Al Stewart (per la gran parte del mondo, l’unica canzone nota di Al Stewart) ha un’introduzione di pianoforte memorabile e un andamento da dopopranzo più che da mattino, con un ritornello che lo increspa appena, e poi lascia proseguire il dondolìo, l’assolo di chitarra, l’assolo della seconda chitarra, l’assolo del sassofono, e tutto il meraviglioso resto. A parte la citazione di Peter Lorre – l’attore che era in Casablanca, in M e in un milione di altri filmoni tra gli anni Trenta e Cinquanta – non si capisce di cosa parli.
On the border
(The year of the cat, 1976)
Contrabbando d’armi sul confine spagnolo e gran strimpellamenti iberici di chitarra: Year of the cat fu prodotto da Alan Parsons.
Lord Grenville
(The year of the cat, 1976)
Benché il più celebre Lord Grenville sia un primo ministro inglese in carica all’inizio dell’Ottocento, qui si parla di un uomo di mare, Sir Richard Grenville, vissuto nel sedicesimo secolo: il comandante del Revenge che morì con la sua nave combattendo gli spagnoli, piuttosto che scappare.
Time passages
(Time passages, 1978)
Una canzone con un suono così la può scrivere solo uno che non ha niente da fare nella vita, e se la sta godendo. Lo vedi lì, seduto sulla veranda di qualche casa di legno, davanti a un fiordo o a una montagna, con una tazza di qualcosa in mano. Ogni volta che la sento al mio ottavo piano di Milano, rosico.
A man for all seasons
(Time passages, 1978)
L’uomo per tutte le stagioni è Tommaso Moro, come nell’opera teatrale poi divenuta un film pluripremiato. La canzone riprende la storia della sua decisione di non accontentare i desideri del re, e riflette sul fato e le scelte che si fanno nella vita.
The Immelman turn
(A beach full of shells, 2005)
Max Immelman era un asso dell’aviazione della Prima guerra mondiale, che morì durante un combattimento nei cieli e diede il nome a un’acrobazia aerea (mezzo looping più mezzo tonneau, per chi se ne intende): Al Stewart lo racconta in un volo di chitarre e violini.