I migranti bloccati alla stazione di Budapest
Sono circa 2.000 e vivono accampati lì da due giorni, in attesa di andarsene: il governo ha riaperto la stazione giovedì mattina
Aggiornamento 3 settembre – La stazione di Budapest ha riaperto giovedì mattina. Non è ancora chiaro se ai migranti sarà permesso di salire sui treni per lasciare l’Ungheria.
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Circa 2.000 persone hanno passato la notte davanti e dentro la stazione Keleti di Budapest, di fatto bloccati – non possono uscire né partire – dopo che le autorità ungheresi ieri hanno impedito le loro partenze verso Austria e Ungheria. Nella notte i migranti si sono accampati nel piazzale antistante la stazione e nelle zone di transito dentro l’edificio, prima dell’area delle banchine a cui la polizia gli impedisce l’accesso.
Le autorità ungheresi stimano che tra oggi e domani potrebbero arrivare a Budapest altri 4.000 migranti intenzionati a partire con i treni per l’Austria, e ancora non è chiaro come verrà gestita la situazione: al momento l’Ungheria si sta attenendo alle regole europee sul diritto di asilo, che prevedono che sia il primo paese ad accogliere un migrante a doversene fare carico, ma è chiaro allo stesso tempo che questa situazione non potrà continuare ancora a lungo.
I problemi alla stazione di Budapest sono iniziati lunedì, quando a migliaia di persone è stato permesso di partire con i treni per Vienna senza che gli venissero controllati i documenti: sostanzialmente la polizia ungherese ha guardato dall’altra parte e così lunedì a Vienna sono arrivate circa 2.500 persone. Dopo le critiche ricevute dal governo austriaco, le autorità ungheresi martedì mattina hanno prima chiuso la stazione del tutto, per poi riaprirla dopo qualche ora ma controllando gli accessi e impedendo ai migranti di entrare nella zona delle banchine. La decisione delle autorità ungheresi ha causato le proteste dei migranti, che nella notte tra lunedì e martedì si erano raccolti a Budapest per ripartire con i treni: molti di loro avevano già comprato i biglietti per Vienna o Monaco, al costo di circa 100 euro l’uno, quando la stazione è stata chiusa.
Molti dei migranti bloccati a Budapest sono profughi siriani diretti in Germania, dove per decisione del governo le loro richieste di asilo verranno accettate (in violazione del trattato di Dublino, cioè anche se prima di arrivare in Germania hanno attraversato altri paesi UE). Nick Thorpe, giornalista di BBC inviato a Budapest, ha spiegato che molti dei migranti bloccati in città non sanno cosa fare: sono arrivati lì dopo giorni di viaggio attraverso i Balcani, temono che ora dovranno aspettare a lungo e hanno paura di finire i loro pochi soldi). Molti di loro non si lavano da giorni e in più di un caso gli alberghi della città hanno rifiutato di accoglierli come ospiti. Andrew Simmons di Al Jazeera ha detto che mercoledì l’atmosfera a Keleti si è fatta molto tesa e che in molti si sono convinti che il governo ungherese stia deliberatamente creando una situazione di stallo.
Per ora non è chiaro come la situazione si evolverà. Oggi pomeriggio il primo ministro ungherese Viktor Orban incontrerà alcuni rappresentanti dell’Unione Europea per discutere quello che sta succedendo a Budapest: l’Ungheria è il primo paese dell’UE raggiunto dai migranti che arrivano in Europa dalla rotta dei Balcani, e secondo le regole sul diritto di asilo dovrebbe farsi carico di tutte le loro richieste di asilo politico.