Cos’è la Valdastico?
È l'ex "l'autostrada più inutile d'Italia", di cui in Veneto si discute da quarant'anni: lunedì ne hanno inaugurato un tratto importante ma non è ancora finita
Il 31 agosto è stato inaugurato il tratto della Valdastico Sud tra Agugliaro e Noventa Vicentina, l’ultimo di un’autostrada che una volta completata dovrebbe collegare Trento con Rovigo passando per Vicenza, di cui si parla dagli anni Settanta. All’inaugurazione erano presenti anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che si è detto soddisfatto delle fine dei lavori di un’autostrada che «permette di collegare aree ad altissima densità industriale» e ha parlato della necessità di completare anche il tratto mancante dell’autostrada, quello tra Piovene Rocchette e Trento. Proprio questi due aspetti, tuttavia, sono quelli che nel lungo percorso che ha portato alla costruzione dell’autostrada sono stati i più contestati: già negli anni Settanta la Valdastico – molto voluta da tre influenti membri della Democrazia Cristiana – era stata definita “l’autostrada più inutile d’Italia” e il tratto finale fino a Trento – che dovrebbe attraversare una zona montuosa ora quasi incontaminata – è quello più osteggiato dagli ambientalisti.
Che cos’è la Valdastico
“Autostrada della Valdastico” è il nome informale dato all’autostrada A31, che al momento collega Badia Polesine, in provincia di Rovigo, con Piovene Rocchette, in provincia di Vicenza, attraversando la provincia di Padova. Il nome Valdastico deriva da quello della Val d’Astico, la valle delle prealpi vicentine dove scorre il fiume Astico che si trova a nord di Piovene Rocchette, in direzione Trento, sul percorso dove dovrebbe essere costruito l’ultimo tratto della A31 previsto dal progetto originario degli anni Settanta.
Di un’autostrada che collegasse Trento con Rovigo si era iniziato a parlare negli anni Settanta, quando fu presentato il primo progetto. L’autostrada fu molto voluta, si legge sui giornali di quegli anni, da tre importanti politici della Democrazia Cristiana: Flaminio Piccoli (originario della provincia di Trento, due volte segretario della DC e ministro delle Partecipazioni pubbliche tra il 1970 e il 1971), Antonio Bisaglia (originario di Rovigo, parlamentare per la DC tra il 1963 e il 1983 e ministro di diversi governi) e Mariano Rumor (originario di Vicenza e presidente del Consiglio tra il 1968 e il 1970 e tra il 1973 e il 1974). Per questa ragione, dai cognomi dei tre politici, l’A31 fu soprannominata anche “Pi.Ru.Bi.“. Il primo tratto della Valdastico fu inaugurato il primo agosto del 1976: 36 chilometri tra Vicenza e Piovene Rocchette, la cosiddetta Valdastico Nord.
La costruzione del tratto tra Vicenza e Rovigo, la cosiddetta Valdastico Sud, è stata approvata nel 2002 dal Consiglio dei ministri e nel 2004 dall’ANAS: nel corso degli ultimi 11 anni diversi tratti sono stati completati e aperti. Ora, per completare il progetto iniziale, manca la costruzione dell’ultimo tratto a nord: quello che dovrebbe arrivare fino a Trento attraversando la Val d’Astico.
Le critiche
La costruzione della A31 fu molto criticata già quando fu inaugurato il primo tratto. Un articolo della Stampa del 1976 la definisce “l’autostrada più inutile d’Italia”, raccontando le critiche di quelli che ritenevano la zona tra le province di Vicenza e Rovigo già ben collegate dalle autostrade A13 ed A4, e parlando anche delle proteste degli agricoltori che a causa della costruzione dell’autostrada subirono le espropriazioni dei loro terreni.
Per simili motivi, parlando dell’inutilità di un’autostrada che corre parallelamente a un’altra autostrada a distanza di poche decine di chilometri, anche la costruzione del tratto di A31 tra Vicenza e Rovigo è stata molto criticata da gruppi ambientalisti: per venire incontro a queste obiezioni e minimizzare l’impatto visivo, la Valdastico Sud è stata costruita per lo più in galleria o in trincea (cioè costruita scavando una specie di canale). Infine, diversi gruppi ambientalisti uniti nel comitato No Valdastico stanno cercando di impedire la costruzione del tratto finale dell’autostrada, quello che dovrebbe attraversare la Val d’Astico e completare l’opera. I gruppi del comitato No Valdastico sostengono che i danni ambientali sarebbero troppo grandi se confrontati con i possibili benefici della costruzione dell’autostrada. In molti hanno paragonato la Valdastico alla Bre.Be.Mi., l’autostrada che collega Milano e Brescia inaugurata nel 2014, molto voluta per molti anni e che per il momento è poco trafficata e molto costosa da mantenere.
Durante la cerimonia di inaugurazione del 31 agosto, i diversi politici presenti hanno insistito sull’utilità della A31 per collegare meglio le zone industriali di Rovigo e Vicenza e si è parlato anche della necessità di completare il tratto fino a Trento. Barbara Degani, sottosegretario al ministero dell’Ambiente, ha spiegato che il tratto finale della Valdastico sarà «un ponte con l’Europa» e che la sua realizzazione è necessaria se si vuole che l’A31 non sia solo utile al traffico locale.
Sulle reali motivazioni che hanno spinto il governo e gli enti locali a ricominciare la costruzione della Valdastico negli anni Duemila, dopo oltre 30 anni di sospensione dei lavori, ci sono tuttavia opinioni diverse. Quella prevalente, spiegata dall’ambientalista Marco Ianes sul Fatto Quotidiano, sostiene che la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento abbiano messo nuovamente mano al progetto per evitare di perdere la concessione della gestione della A22, che attraversa ed è amministrata dalla provincia di Trento, e della A4, di competenza della Regione Veneto, entrambe in scadenza nel 2015. Le concessioni in scadenza, scrive Ianes, dovrebbero essere riassegnate con un bando europeo, ma le società che le hanno in gestione possono chiedere una proroga – comunque non automatica – se possono mostrare investimenti significativi e lavori già in corso il cui regolare svolgimento potrebbe essere rallentato dal cambio di gestione. Il progetto di completamento della A31, che unisce la A22 e la A4 è funzionale, secondo i critici, a ottenere la proroga della concessione delle altre due autostrade, gestione molto profittevole per gli enti pubblici che ne sono in carica.