Le nuove distruzioni dell’ISIS a Palmira
Ora sembra sia stata fatta saltare in aria parte del tempio di Bel (o Baal), uno dei simboli dell'importante sito archeologico
Aggiornamento delle 13.50: secondo la BBC il tempio di Bel è ancora in piedi nonostante il tentativo dell’ISIS di abbatterlo con delle esplosioni.
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Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani – un’organizzazione anti-Assad con sede a Londra – e diversi testimoni, i cui racconti sono stati raccolti dalla stampa internazionale, l’ISIS ha distrutto parte del tempio di Bel (o Baal) nell’antica città di Palmira, un sito archeologico nella parte centrale della Siria e uno dei più importanti di tutto il Medio Oriente, dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Palmira è stata conquistata dall’ISIS lo scorso maggio e in giugno si era diffusa la notizia che il gruppo aveva iniziato a piazzare bombe e trappole esplosive nell’antica città.
Gli edifici più importanti di Palmira furono costruiti quasi interamente dai romani e dai loro alleati tra il Primo e il Terzo secolo d.C.: tra le altre cose i romani convertirono l’antichissimo santuario di Baal (considerato il simbolo del sito) nel tempio di Giove, la divinità romana più simile a Baal. L’UNESCO ha definito il tempio «uno dei più importanti monumenti religiosi del primo secolo in Oriente». L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha fatto sapere che non si conosce ancora con esattezza l’entità del danno subito dal tempio dedicato a Giove, che era comunque in un ottimo stato di conservazione.
Lo scorso 24 agosto l’ISIS aveva distrutto un altro tempio di Palmira, il tempio di Baal Shamin, e delle immagini satellitari avevano confermato il livello dei danni. Il sito era già stato danneggiato in passato a causa dei bombardamenti. Lo Stato Islamico aveva già distrutto diversi siti archeologici in Siria e in Iraq: Nimrud, la città che fu capitale dell’Impero assiro, e Hatra, città fondata dalla dinastia seleucide nel Terzo secolo a.C. Lo scorso 18 agosto l’ISIS aveva decapitato a Palmira Khaled al Asaad, ex direttore del sito archeologico.