L’esplosione fuori dal Parlamento a Kiev
Un nazionalista ha lanciato una granata durante le proteste contro le riforme che danno autonomia alle regioni controllate dai separatisti filo-russi: un soldato è morto
Una persona ha lanciato una granata davanti alla sede del parlamento ucraino a Kiev. Il ministro degli interni ucraino ha detto che un soldato di leva della guardia nazionale di 24 anni è stato ucciso, e 122 persone sono state ferite e portate in ospedale: si tratta soprattutto di poliziotti e membri della guardia nazionale, qualche giornalista ucraino e due reporter francesi. Il capo della polizia ha detto che l’uomo sospettato di aver lanciato la granata è stato arrestato, insieme ad altre trenta persone: stavano partecipando a una protesta di nazionalisti ucraini dopo che il parlamento ha avviato, con 265 voti a favore su un totale di 450, il processo di modifica della Costituzione per garantire maggiore autonomia alle regione separatiste filo-russe.
Secondo la stampa la manifestazione è stata promossa e organizzata dal partito di estrema destra Unione Pan-Ucraina “Libertà”, chiamato più comunemente Svoboda, che fino al 2004 si chiamava Partito Social-Nazionalista d’Ucraina e per rappresentarsi usava simboli nazisti. Dopo il 2004 ha cambiato nome ma il suo leader, Oleh Tyanhybok, è rimasto al suo posto e ha continuato a sostenere che l’opposizione avrebbe dovuto combattere la “mafia moscovita-ebraica che guida l’Ucraina”.
Loud explosion was heard near Verkhovna Rada, a number of policemen are wounded #рада8 pic.twitter.com/bH4Siv1bpY
— TV Channel “Ukraine” (@kanalukraine_en) August 31, 2015
La riforma fa parte della tregua firmata a febbraio tra il governo ucraino e i ribelli filo-russi, che prevedeva un decentramento del potere entro la fine dell’anno. Dopo il voto ci sono stati scontri tra la polizia e decine di manifestanti: entrambi le parti hanno lanciato gas lacrimogeni e un manifestante ha lanciato una granata. Il ministro degli Interni ha detto che almeno dieci poliziotti sono stati feriti gravemente.
La modifica costituzionale è molto contestata: chi è contrario la considera un ingiusto riconoscimento del potere dei separatisti filo-russi nelle regioni orientali e quindi un cedimento alla Russia. I separatisti filo-russi la definiscono invece insufficiente: garantisce qualche maggiore indipendenza alle regioni ma non lo stato di semi-autonomia che avevano richiesto.