Cos’hanno deciso i ministri europei sulla sicurezza dei trasporti
Si è discusso di maggiori controlli su bagagli e passeggeri e un registro europeo per potenziali sospetti, ma non c'è ancora nulla di concreto
Diversi ministri europei degli Interni e dei Trasporti si sono incontrati sabato 29 agosto a Parigi per discutere dell’introduzione di nuove misure di sicurezza relative ai viaggi in treno. L’assemblea è stata promossa e presieduta dalla Francia in seguito all’attentato sul treno della compagnia francese Thalys, avvenuto sulla tratta Amsterdam-Parigi, durante il quale un uomo armato di mitragliatrice e pistola ha ferito alcune persone prima di essere bloccato da due soldati americani fuori servizio. Durante l’assemblea si è discusso di come rafforzare la collaborazione fra le forze di sicurezza dei vari paesi e della creazione di un registro di passeggeri potenzialmente sospetti. Secondo l’edizione europea di Politico, però, le discussioni non hanno portato da nessuna parte – anche a causa del fatto che potrebbero interessare gli accordi di libera circolazione di Schengen, modificabili solo con una lunga procedura – e soprattutto non hanno portato all’annuncio di nuove rigorose misure di sicurezza, come ad esempio l’obbligo di fornire il proprio nome durante l’acquisto di un biglietto o la presenza di sistemi per il controllo dei bagagli con scanner a raggi X.
All’assemblea hanno partecipato delegazioni ministeriali di Francia, Belgio, Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera e Lussemburgo, assieme ad alcuni funzionari europei. Un ruolo centrale nella discussione è stato assunto dalla Francia. Bernard Cazeneuve, il ministro degli Interni francese, dopo l’assemblea ha detto che i paesi europei aumenteranno comunque i controlli su bagagli e passeggeri, spiegando che verranno effettuati «ovunque sia necessario». Associated Press, però, ha riportato le dichiarazioni del ministro degli Interni tedesco, Thomas de Maizière, il quale dopo l’incontro ha detto che «non possiamo e non vogliamo effettuare estesi controlli sulle persone e sui bagagli in Germania o in Europa», specificando che l’oggetto principale dell’assemblea è stato il miglioramento della collaborazione fra forze di sicurezza nazionali. Secondo Politico, inoltre, Cazeneuve ha anche ipotizzato la revisione degli accordi di Schengen da parte della Commissione Europea, di modo che sia possibile effettuare controlli severi in alcuni punti chiave di passaggio (Associated Press, però, nega che durante l’incontro si sia parlato di Schengen).
Dimitris Avramopoulos, il commissario europeo per gli affari interni e le migrazioni, ha però di fatto smentito che le norme di Schengen saranno in qualche modo riviste o ridotte: in un comunicato, ha fatto sapere che «gli accordi di Schengen permettono già oggi di prendere tutte le misure di sicurezza necessarie senza incidere sulla libertà di circolazione. Queste possibilità dovrebbero essere sfruttate appieno». Avramopoulos e la commissaria europea per i trasporti Violeta Bulc hanno invece accolto favorevolmente la proposta di una specie di registro per persone potenzialmente sospette, così come un inasprimento delle norme sulla detenzione di armi a bordo. Le conclusioni dell’incontro di sabato saranno comunque dibattute nel prossimo incontro fra i ministri dei Trasporti dell’Unione Europea, che si terrà fra il 7 e l’8 ottobre.
Dopo l’incontro, scrive Agence France-Presse, diversi esperti e dirigenti dell’industria dei trasporti ferroviari hanno comunque fatto notare che sarà praticamente impossibile pareggiare le misure di sicurezze adottate per esempio dagli aeroporti dopo gli attentati dell’11 settembre. Guillaume Pepy, il capo della Società nazionale delle ferrovie francesi (SNCF), ha detto che «l’idea di estendere alle stazioni ferroviarie il sistema di controlli che si usa negli aeroporti è irrealistica: se si hanno estesi controlli di sicurezza, si avrà anche una bassa efficienza dei trasporti». Raffaello Pantucci, del Royal United Services Institute for Defence and Security Studies di Londra, ha spiegato invece che «gli aerei partono da un luogo preciso, attorno al quale si possono costruire sistemi di sicurezza efficaci. È semplicemente impossibile fare la stessa cosa coi treni. Bisognerebbe montare sistemi del genere a ogni stazione».
Ancora Politico fa notare che se anche la Commissione Europea dovesse approvare l’introduzione di scanner per bagagli e controlli sui documenti di identità su alcune frontiere, molti stati potrebbero lamentarsi per i costi eccessivi: il programma francese di anti-terrorismo Vigipirate, che si occupa di sorvegliare diversi luoghi del paese e interessa circa 10mila soldati, costa infatti fino a un milione di euro al giorno.