I migranti verso l’Ungheria
Migliaia di persone che negli ultimi giorni hanno attraversato la Grecia, la Macedonia e la Serbia sono riuscite a passare il confine prima che venga completata la costruzione del muro
La sera di lunedì 24 agosto circa 2 mila persone provenienti in gran parte dalla Siria e dal resto del Medio Oriente sono riuscite a passare il confine tra la Serbia e l’Ungheria seguendo una linea ferroviaria transfrontaliera vicina alla città ungherese di Röszke. Lo ha riferito la polizia ungherese dicendo anche che si tratta del numero più alto registrato in un solo giorno alla frontiera serbo-ungherese. Il loro passaggio è avvenuto a pochi giorni dal completamento della recinzione che il governo ungherese sta costruendo al confine con la Serbia e che dovrebbe essere terminato per il prossimo 31 agosto.
Il gruppo è arrivato a un posto di frontiera che non è ancora stato chiuso ed è stato accolto dalla polizia ungherese, che lo ha scortato fino a un vicino centro di registrazione, secondo quanto scritto dall’agenzia di stampa statale di Budapest MTI. Si tratta di 2.093 persone che sono a loro volta tra le circa 7mila che dalla scorsa settimana cercano di arrivare in Europa occidentale dopo aver attraversato la Grecia, la Macedonia e la Serbia. La maggior parte di loro si trova ancora in viaggio attraverso la Serbia, raggiunta lo scorso fine settimana dopo che la situazione al confine fra Macedonia e Grecia era stata sbloccata: migliaia di migranti erano infatti accampati da giorni sul territorio greco perché il confine con la Macedonia era stato praticamente chiuso a causa delle difficoltà del governo macedone di gestire la situazione e c’erano stati anche diversi scontri.
Dalla Serbia i migranti cercano in genere di raggiungere l’Ungheria, il primo paese dell’Unione europea sulla loro strada. Da qui, grazie agli accordi europei di libera circolazione di Schengen, i migranti sono liberi di muoversi per l’Europa. Nelle ultime settimane è aumentata l’intensità e il numero di questi viaggi, anche a causa della recinzione che il governo ungherese sta finendo di costruire al confine con la Serbia: le migliaia di profughi che sono in viaggio sperano di riuscire a raggiungere il paese prima che la frontiera venga definitivamente chiusa.
La situazione è però molto complicata e resta poco tempo. Il muro dovrebbe essere completato in circa sei giorni a partire da oggi: sarà lungo circa 175 chilometri e alto 4 metri e sarà formato da una rete metallica e filo spinato. Il governo di Budapest ha poi in programma di approvare una legge entro il prossimo settembre con lo scopo di perseguire gli attraversamenti illegali delle frontiere e i tentativi di scavalcare il recinto. Lunedì 24 agosto, intanto, il ministro ungherese degli Interni ha dato la sua approvazione a schierare sul confine unità speciali di polizia con la missione di intercettare i migranti.
Secondo l’agenzia europea Frontex – l’agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea – tra gennaio e giugno di quest’anno sono circa 102 mila i migranti che sono entrati nell’Unione europea attraverso la Macedonia, la Serbia, la Bosnia-Erzegovina, l’Albania, il Montenegro e il Kosovo, contro gli 8 mila dello stesso periodo del 2014. Sempre Frontex distingue sette rotte principali seguite dai migranti per entrare nell’Unione Europea, specificando comunque che il numero maggiore di ingressi riguarda gli aeroporti internazionali. Nei mesi che vanno da gennaio a giugno 2015, tra le vie più trafficate ci sono stati il Mediterraneo centrale (91.302) e il Mediterraneo orientale, verso la Grecia via mare e poi attraverso Grecia e Albania via terra (132.240 ingressi). La via più frequentata risulta appunto quella attraverso i Balcani con 102.342 ingressi.
Ieri in un incontro straordinario che si è svolto a Berlino il presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Merkel sono tornati a parlare della necessità di una politica europea «unitaria» sulla questione dei migranti. Giovedì prossimo i paesi più coinvolti da questa situazione si incontreranno a Vienna. L’Austria proporrà un piano d’azione in cinque punti che prevede, tra le altre cose, di intensificare la lotta contro le reti di contrabbando, di assistere i paesi di origine dei migranti e di elaborare una «strategia di asilo a livello europeo»: lo ha spiegato lunedì il ministro degli Affari esteri dell’Austria durante una visita in Macedonia, aggiungendo anche che la Grecia e i paesi dei Balcani vanno aiutati.