Il rinoceronte di Sumatra si è estinto in Malesia

In natura non ci sono più esemplari, dice una nuova ricerca, e negli altri paesi sono sempre meno

Due esemplari di rinoceronte di Sumatra ospitati presso il parco nazionale Way Kambas di Lampung, Indonesia, nel 2012 (AP Photo)
Due esemplari di rinoceronte di Sumatra ospitati presso il parco nazionale Way Kambas di Lampung, Indonesia, nel 2012 (AP Photo)

Il rinoceronte di Sumatra, una delle cinque specie di rinoceronti ancora esistenti, è stato dichiarato estinto in natura in Malesia e ne rimangono solo alcuni esemplari in cattività; la sua popolazione complessiva nel resto del mondo potrebbe essere ormai inferiore a 80. L’estinzione è stata dichiarata da un gruppo di ricercatori guidato da Rasmus Gren Havmøller del Museo di Storia Naturale di Copenhagen (Danimarca), che ha collaborato con diversi studiosi in Malesia e ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla rivista scientifica Oryx, una delle principali pubblicazioni sullo stato della conservazione delle specie animali e vegetali al mondo. Nella ricerca si legge che “si può dire con relativa sicurezza che il rinoceronte di Sumatra sia estinto in natura in Malesia”. Resta un minimo di precauzione perché questi animali conducono una vita solitaria ed è quindi molto difficile censire con precisione il numero di esemplari che non vivono in cattività.

Un tempo questi rinoceronti potevano essere trovati con relativa facilità in buona parte del sud-est asiatico. In seguito a campagne massicce di caccia e – dopo i divieti di caccia – al bracconaggio, i ricercatori stimano che il 99 per cento della popolazione di rinoceronti di Sumatra si sia estinta. Il gruppo più ampio censito viveva in un’ampia riserva naturale a Sabah, in Malesia: negli anni Ottanta ne erano stati contati almeno 20 esemplari, ma nei decenni successivi la popolazione è diminuita costantemente. Nel 2011, dopo una lunga ricerca con decine di migliaia di trappole collocate in diversi punti della riserva, è stato possibile catturare un esemplare per tenerlo sotto protezione. Nel 2014 all’esterno della riserva è stato catturato un altro rinoceronte, grazie al contributo del WWF, ed è stato in seguito aggiunto al programma per la tutela e la conservazione della specie.

Da più di un anno non è stato più possibile trovare altri rinoceronti di Sumatra in Malesia, cosa che ha portato i ricercatori alla conclusione che non ci siano più esemplari in natura ma solo in cattività. In Indonesia le cose vanno meglio, o almeno meno peggio: stando ai censimenti più recenti ci sono ancora tre popolazioni attive di rinoceronti di Sumatra per un totale di circa 80-100 esemplari. Il problema è che più diminuisce la popolazione per cause esterne, come la caccia, più si riduce la varietà genetica tra le nuove generazioni, indebolendo la specie. I ricercatori hanno identificato in precedenza problemi legati alla fertilità delle femmine in Malesia, quando ancora c’erano esemplari in natura, e c’è il timore che si possa presto verificare qualcosa di simile anche in Indonesia dove la popolazione si sta riducendo.

Lo studio pubblicato su Oryx fornisce anche alcune valutazioni su cosa fare per evitare che il rinoceronte di Sumatra si estingua definitivamente: le popolazioni restanti (in natura e in cattività) devono essere gestite come un’unica popolazione in modo da aumentare la varietà genetica; ci devono essere più pattuglie nelle riserve per tenere alla larga i bracconieri; devono essere organizzate unità di assistenza sanitaria per questi animali; è necessario intensificare risorse e ricerche per la fecondazione in laboratorio, in modo da rendere più alto il tasso di natalità della specie.

Le iniziative suggerite richiedono però molto denaro e i governi locali spesso non hanno le risorse, o la volontà, per intensificare gli sforzi per la protezione delle specie animali in pericolo. I ricercatori ricordano però che la situazione è ormai critica e che sarebbe necessario agire con rapidità, altrimenti il rischio di una estinzione del rinoceronte di Sumatra potrebbe essere inevitabile. Se ciò avvenisse, rimarrebbero solamente altre quattro specie di rinoceronti in tutto il mondo: in generale, questi animali sono tra le specie più a rischio di estinzione.

Un rinoceronte di Sumatra da adulto raggiunge un’altezza di circa 1,3 metri per 2,5 metri di lunghezza e di solito non supera gli 800 chilogrammi di peso. Come altri suoi lontani parenti, ha due corni: uno più grande sul naso che raggiunge i 25 centimetri e uno secondario più piccolo che non va oltre i 10 centimetri. I corni di questo animale sono molto ricercati tra i bracconieri perché sono utilizzati nella medicina tradizionale cinese. Un corno può essere venduto a quasi 30mila euro e questo spiega, in parte, perché questi animali sono cacciati nelle riserve nonostante i divieti e leggi che puniscono severamente la caccia. Alla riduzione delle popolazioni dei rinoceronti ha comunque contribuito la deforestazione nel sud-est asiatico, che ha lasciato meno spazi e ha modificato gli habitat di questi animali.

Quando si definisce estinta una specie?
Una specie viene definita estinta quando il suo ultimo esemplare vivente muore, ma come nel caso del rinoceronte di Sumatra e di molti altri animali non è semplice stabilire con certezza questa circostanza. La certezza assoluta si ha spesso solo dopo decenni e ci sono stati alcuni casi, seppure isolati, di specie che erano state date per estinte e di cui poi sono stati scoperti animali ancora in vita (niente dinosauri, purtroppo). Lo stadio precedente all’estinzione è quello in cui sono in vita ancora esemplari di una certa specie, ma che non posso riprodursi e quindi proseguire la specie.

I ricercatori che studiano la conservazione del regno animale e di quello vegetale devono seguire diversi criteri prima di dichiarare un’estinzione. In primo luogo deve essere identificata con assoluta chiarezza una sola specie, in modo che sia totalmente distinguibile e distinta da altre specie simili. Come nel caso della Malesia, è frequente che una specie sia dichiarata estinta in una specifica area geografica, mentre altri esemplari appartenenti alla stessa possono essere identificati in altre aree. E c’è poi la distinzione tra estinzione in generale ed estinzione in natura, che identifica la fine di una specie al di fuori delle riserve naturali dove grazie all’intervento dell’uomo gli animali continuano a vivere e – seppure con difficoltà – a produrre nuove generazioni.

dodo

L’esempio classico quando si parla di estinzione è quello del dodo, l’uccello che viveva sull’isola di Mauritius. Secondo la tesi più condivisa tra i ricercatori, il dodo si estinse in seguito alla devastazione del suo habitat naturale da parte dei coloni portoghesi e poi di quelli olandesi nella seconda metà del Seicento. Inoltre, i coloni introdussero specie animali prima inesistenti sull’isola come cani, maiali, ratti e scimmie che non andavano molto d’accordo con i dodo, che inoltre nidificavano a terra senza particolari difese per le loro uova, che venivano quindi mangiate dagli animali portati sull’isola. L’animale si estinse alla fine del XVII secolo.