Il caso Latorre-Girone durerà ancora anni
Il tribunale del mare di Amburgo ha deciso che tutto deve restare com'è fino alla sentenza dell'Aia: le procedure giudiziarie di India e Italia sono sospese
Il Tribunale del Mare di Amburgo, un organismo indipendente internazionale, ha deciso che in attesa di un arbitrato internazionale Italia e India dovranno sospendere i procedimenti giudiziari contro i fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dal 2012 dell’omicidio di due pescatori indiani. Il Tribunale ha aggiunto di non considerare “appropriato” l’atto di «prescrivere misure temporanee sui due marò» prima dell’arbitrato della Corte arbitrale dell’Aia, un’organizzazione che risolve arbitrati in ambito internazionale. In breve, il Tribunale ha deciso di lasciare invariata l’attuale situazione: Girone si trova ancora in India, mentre Latorre è tornato in Italia per motivi di salute.
A giugno l’Italia aveva richiesto l’intervento della Corte arbitrale dell’Aia per stabilire – sulla base della Convenzione sul Diritto del Mare dell’Onu (Unclos) – a chi spetti la giurisdizione del caso: se il processo si dovrà cioè svolgere in India, in Italia o altrove. L’arbitrato non inizierà prima del 26 agosto e avrà tempi piuttosto lunghi – si parla anche di due anni – e per questo l’Italia si era rivolta d’urgenza al Tribunale di Amburgo, nella speranza che Latorre e Girone potessero attendere la decisione dell’arbitrato in Italia.
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Il 15 febbraio 2012 Latorre e Girone si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sudovest dell’India. Sebbene fossero militari “statali”, facevano parte del corpo di protezione della nave come previsto da una legge italiana del 2011. A circa 20 miglia marittime dalla costa, la Enrica Lexie incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony: I due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 44 e 20 anni. Secondo la versione degli italiani, i colpi sono stati sparati a causa una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata, e in seguito ad alcuni colpi di avvertimento. Secondo gli indiani, invece, la manovra della St. Antony nei confronti della Enrica Lexie è stata pacifica, per segnalare la propria presenza alla petroliera italiana; e non sono stati effettuati colpi di avvertimento. La reazione dei militari italiani, secondo l’India, sarebbe stata quindi esagerata e non aderente alle normali procedure, soprattutto perché i marinai della St. Antony non erano armati.
Latorre e Girone sono stati arrestati, ma il processo a loro carico non è mai iniziato. La questione ancora da risolvere è di quale reato debbano essere accusati, se terrorismo o omicidio: in precedenza, Il governo indiano aveva avuto delle lungaggini causate da una confusione relativa a quale agenzia statale si sarebbe dovuta occupare del caso. Nel frattempo, nel 2013, l’India aveva emesso delle restrizioni nei confronti dell’ambasciatore italiano in India in seguito ad alcune dichiarazioni dell’allora ministro della Difesa Giulio Terzi, che aveva detto che i due fucilieri sarebbero tornati in Italia in seguito ad alcuni disaccordi con il governo indiano. In generale, l’India ha contrastato con forza la posizione del governo italiano, sostenendo che Latorre e Girone dovessero essere giudicati da un tribunale indiano e rifiutando il tentativo di mediazione italiana di affidare la vicenda a un arbitrato (che comunque si terrà, nei prossimi anni).