In quale paese arrivano più migranti?
La maggior parte sbarca in Grecia e chiede asilo in Germania, mentre i numeri della cosiddetta "emergenza" in Italia sono parecchio inferiori
Più della metà di tutte le persone che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2015 è sbarcata in Grecia, un paese che ha un sesto della popolazione italiana. Quasi la metà di tutte le richieste d’asilo presentate nell’Unione Europea nello stesso periodo sono state fatte in Germania. Nonostante negli ultimi mesi gran parte del dibattito pubblico italiano sia stato dedicato ai temi dell’immigrazione e alle accuse all’Europa di mancanza di solidarietà, in pochi hanno notato come l’Italia non sia il paese maggiormente coinvolto nelle tratte dell’immigrazione: in Italia, nel 2015, sono arrivati circa 100 mila migranti, uno ogni 600 abitanti. Nello stesso periodo, in Grecia, ne sono arrivati 160 mila: cioè uno ogni 73 abitanti. È la Grecia, quindi, ad aver sopportato il peso più grande degli sbarchi e con un gran distacco rispetto all’Italia, il paese secondo classificato.
Nel suo ultimo rapporto, pubblicato il 18 agosto, l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR) ha fatto il punto sugli attraversamenti del Mediterraneo da parte dei migranti. Quest’anno, nella sola settimana fra il 10 e il 16 agosto, sono sbarcati in Grecia 20 mila migranti, un quarto di tutte le persone sbarcate nel paese nell’intero 2014. Nei primi otto mesi, i 150 mila migranti hanno portato al collasso lo scarno sistema di accoglienza presente sulle isole greche, la principale destinazione dei migranti che arrivano in Grecia. Nell’isola di Kos la situazione è così grave che più di mille migranti sono stati rinchiusi nello stadio. Ci sono stati scontri e violenze quando i pochi poliziotti presenti (impreparati a questo tipo di situazioni) hanno cercato di controllare l’enorme massa di persone presenti sull’isola, per circa l’80 per cento siriani in fuga dalla guerra.
Il governo greco e l’UNHCR hanno chiesto l’aiuto delle altre nazioni europee per gestire un problema che ha una scala mai vista in qualsiasi altro paese europeo. Per farsi un’idea di quanto sia grave questa situazione, bisogna pensare che gli sbarchi sono avvenuti in un periodo di gravissima crisi economica, con le banche chiuse e il governo sull’orlo della bancarotta. Fatte le dovute proporzioni – i 160 mila migranti e gli undici milioni di abitanti della Grecia – è come se quest’anno in Italia fosse sbarcato un 872 mila persone, un numero di poco inferiore alla popolazione di Napoli.
Gestire gli sbarchi e l’accoglienza è solo una parte del problema dell’immigrazione. La gran parte dei migranti non vuole fermarsi in Grecia o in Italia, e prosegue il suo viaggio spesso con la complicità delle autorità locali. Per i regolamenti europei un migrante può fare richiesta d’asilo soltanto nel primo paese dell’Unione in cui mette piede (come previsto dal famoso accordo di Dublino). Per questo motivo italiani e greci, ma anche francesi e austriaci, spesso lasciano passare i migranti, senza registrarli, in modo che non ci siano prove su qual è stato il primo paese europeo in cui sono entrati.
Alle richieste di aiuto da parte dei paesi dell’Europa meridionale molto spesso si sente rispondere che il costo di gestire i richiedenti asilo (che quando si vedono accolta la domanda hanno diritto ad un’abitazione, una rendita, corsi di lingua e un aiuto all’integrazione) è molto superiore a quello di gestire la prima fase dell’accoglienza (in Italia, ad esempio, spendiamo circa 35 euro al giorno per migrante). Il paese europeo più coinvolto in questa “seconda fase” dell’accoglienza è probabilmente la Germania. Proprio questa settimana il governo tedesco ha annunciato una revisione al rialzo della stima delle richieste d’asilo che dovrà esaminare entro la fine del 2015: già oggi sono 400 mila e prima della fine dell’anno saranno tra le 750 e le 800 mila, un dato in crescita del 32 per cento rispetto al 2014.
Non ci sono dati aggiornati ad agosto sulle richieste d’asilo in Italia, ma sappiamo che nel 2014 (un anno in cui il numero di sbarchi fu paragonabile al 2015) le domande furono in tutto 64 mila. Nei primi quattro mesi del 2015 sono state appena 15 mila, in calo del 28 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo l’alto commissario dell’UNHCR il sistema europeo è attualmente insostenibile perché Germania e Svezia, da sole, ospitano più della metà di tutti i rifugiati che fanno richieste d’asilo in Europa.
Questo enorme numero di richieste d’asilo ha prodotto diverse reazioni xenofobe, in particolare nella Germania orientale dove si sono verificati diversi episodi di intolleranza violenta. Ma in generale la Germania rimane un paese piuttosto accogliente per i rifugiati, più ospitale del Regno Unito o degli altri paesi dell’Europa orientale, ha scritto l’Economist. Il settimanale ha raccontato ad esempio la storia di Sven Latteyer, un guidatore di autobus che con il microfono di bordo ha dato il benvenuto alle decine di rifugiati saliti sul suo bus. I passeggeri, tedeschi e stranieri, lo hanno applaudito insieme. L’Economist ha raccontato anche la storia di Ophelya Ade, una rifugiata del Ghana che ha battezzato sua figlia “Angela Merkel Ade”, perché la cancelliera – ha spiegato – «è una donna davvero buona».