La storia della foto simbolo di Kos
Chi l'ha scattata e chi sono le persone che mostra abbracciarsi in lacrime dopo essere arrivate sane e salve sull'isola greca
Tra le tante immagini che stanno arrivando in questi giorni da Kos – l’isola greca in cui sono sbarcati dalla Turchia migliaia di migranti provenienti da Siria, Libia, Iraq e Afghanistan – ce n’è una in particolare che ha commosso parecchie persone ed è stata molto condivisa e commentata sui social network: mostra un uomo piangere mentre abbraccia i suoi due figli dopo essere arrivato a Kos. La foto è stata pubblicata dal New York Times il 17 agosto e scattata dal fotografo Daniel Etter, che vive a Barcellona e collabora anche con le riviste Time e Spiegel. Etter ha raccontato che l’uomo della foto si chiama Laith Majid ed è scappato dalla Siria dopo che la sua città, Deir ez-Zor, è stata conquistata dallo Stato Islamico e poi bombardata dal regime di Bashar al-Assad. Majid è partito da Bodrum, in Turchia, e arrivato su un gommone a Kos insieme alla moglie, un’insegnante di inglese, tre figli maschi e una figlia femmina. Hanno pagato in tutto più di 8.000 dollari (circa 7.000 euro) per una traversata di due ore, che su una barca ben attrezzata richiede solo 25 minuti.
I am overwhelmed by the reaction to this family's tears of relief. This is why I do what I do. http://t.co/guDhQ2w5QU pic.twitter.com/Gu31bKDLMA
— Daniel Etter (@DanielEtterFoto) August 17, 2015
Etter ha raccontato allo Spiegel che sul gommone, che aveva spazio per 3-4 persone, ne erano accalcate 12. «Dopo più di due ore di navigazione il gommone si stava sgonfiando e stava imbarcando acqua; quando sono arrivati alla spiaggia i profughi erano inzuppati. Sono arrivati sani e salvi e a quel punto erano davvero sollevati. In quel momento sono stati travolti da tutto quel che provavano: la gioia di avercela fatta, l’amore per la famiglia, il dolore per quel che era successo».
Etter ha raccontato di aver incontrato nuovamente la famiglia di Majid in giro per Kos. La moglie «stava in una tenda sul lungomare. La figlia aveva la febbre alta dopo un viaggio così stancante, e il maschio non aveva dormito. Di sera volevano salire sul traghetto allestito come centro di accoglienza per i profughi siriani. Non lo so se poi ci sono riusciti». Mercoledì il traghetto è partito da Kos e, dopo essersi fermato nelle isole vicine per caricare un totale di 2.600 profughi siriani, è arrivata ad Atene, da dove molti migranti tenteranno di raggiungere il nord europa risalendo i Balcani. Majid e la sua famiglia sperano di trasferirsi in Germania.