Gli Stati Uniti hanno approvato il farmaco per il desiderio sessuale delle donne
Si chiama Addyi o flibanserina, sarà in vendita dal 17 ottobre e non è "il Viagra per le donne"
La Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense che si occupa della sicurezza alimentare e dei farmaci, ha approvato Addyi, il primo farmaco per curare la mancanza di desiderio sessuale nelle donne. Il farmaco, noto anche come “flibanserina”, è prodotto dalla casa farmaceutica Sprout Pharmaceuticals e sarà in vendita negli Stati Uniti dal 17 ottobre. La decisione della FDA non è stata una sorpresa: già il 5 giugno scorso un comitato consultivo dell’agenzia si era espresso con 18 voti a favore e 6 contrari all’approvazione della flibanserina.
La flibanserina verrà utilizzata per curare le donne – negli Stati Uniti sono circa il 10 per cento del totale – che soffrono di una condizione nota come “desiderio sessuale ipoattivo” (hypoactive sexual desire disorder, HSDD). Si tratta di una mancanza di desiderio sessuale in un periodo di tempo più o meno lungo, che provoca stress, problemi interpersonali, angoscia, scarsa autostima e in alcuni casi depressione. Può essere legata a condizioni fisiche (come la scarsa produzione di alcuni ormoni), all’assunzione di farmaci o a problemi psicologici. Secondo la maggior parte degli studi ne soffre una donna adulta su dieci e il 7 per cento delle donne in pre-menopausa; secondo altri colpisce almeno una volta nella vita un terzo delle donne adulte. Bat Sheva Marcus, specialista delle disfunzioni sessuali al Medical Center for Female Sexuality di New York, spiega che alcune donne affette da HSDD possono comunque provare piacere nell’atto sessuale, pur non avendo il desiderio di intraprenderlo: «Succede spesso: a una donna può piacere il sesso, può raggiungere l’orgasmo, ma in generale non le viene voglia di farlo, semplicemente non è interessata. È una cosa che accade nel cervello».
L’Addyi viene spesso descritto dalla stampa come “il Viagra delle donne”, ma è una semplificazione giornalistica: in realtà il Viagra – la famosa pillola contro le disfunzioni erettili negli uomini – non c’entra niente. Nel 2004 Pfizer, l’azienda farmaceutica che produce il Viagra, cercò di venderlo anche alle donne ma fu un insuccesso: farmaco aumentava il flusso sanguigno nelle zone pelviche femminili senza alcun risultato sul desiderio sessuale. Il meccanismo della flibanserina è invece completamente diverso: «è ridicolo chiamarla il Viagra femminile», dice Marcus. «Non c’entra niente con l’irrorazione sanguigna». La flibanserina, una pillola di color rosa, deve essere assunta ogni sera, contrariamente al Viagra che va preso solo prima dell’atto sessuale. Il farmaco agisce a livello cerebrale, regolando in particolare il livello di due neurotrasmettitori: la dopamina, legata ai meccanismi di piacere e appagamento, e la noradrenalina, rilasciata come reazione a un forte stimolo esterno.
Sally Greenberg, direttrice della National Consumers League, associazione dei consumatori, ha detto che l’approvazione della filbanserina «è il più grande passo avanti per la vita sessuale delle donne dall’introduzione della pillola». Il percorso per arrivarci è stato piuttosto lungo dato che in passato la FDA l’aveva respinta già due volte. Ne erano seguite polemiche e accuse di sessismo, dato che opzioni per migliorare la vita sessuale degli uomini – come il Viagra – erano state approvate da tempo, e le associazioni che chiedevano la legalizzazione del farmaco si sono radunate in Even the Score – “pareggiamo il punteggio”, più o meno – una campagna agguerrita sostenuta da Sprout Pharmaceuticals. Molti hanno accusato l’azienda farmaceutica di servirsi del movimento dei diritti delle donne per obbligare moralmente la FDA ad approvare Addyi, anche se secondo gli studiosi la sua efficacia non è certa e provoca parecchi effetti collaterali, come bassa pressione sanguigna, svenimento, nausea, insonnia. Addyi dovrà essere prescritto da un medico o da un farmacista, non dovrà essere assunto insieme all’alcol e a particolari farmaci e dovrà essere sospeso se dopo otto settimane non avrà prodotto miglioramenti.