200 manifestazioni contro Dilma Rousseff
In Brasile più di 300.000 persone hanno manifestato per chiedere il suo impeachment: il suo tasso di popolarità è sceso da tempo sotto il 10 per cento
Nella giornata di domenica 16 agosto più di 300.000 persone in tutto il Brasile sono scese in piazza partecipando a manifestazioni per chiedere l’impeachment della presidente Dilma Rousseff: i manifestanti la accusano di essere responsabile della cattiva situazione economica del paese e di non aver fatto abbastanza per combattere la corruzione del suo governo. Un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi dice che Rousseff è la presidente meno popolare della storia democratica del Brasile: il suo indice di approvazione è inferiore al 10 per cento e due terzi degli intervistati hanno detto di volere il suo impeachment, il primo passo per la rimozione di una carica democratica eletta.
Dilma Rousseff è stata rieletta presidente del Brasile nell’ottobre del 2014, ma da allora le cose per lei non sono andate molto bene. In primo luogo l’economia del Brasile va male – il paese non cresce da tempo, per il 2015 ci si aspetta una contrazione del 2 per cento e la disoccupazione intanto ha toccato il 10 per cento – e in secondo luogo negli ultimi mesi si è mostrato sempre più grave lo scandalo legato a Petrobas, la compagnia petrolifera statale del Brasile che dal 2014 è al centro di una vasta indagine per corruzione che ha coinvolto direttamente diversi esponenti del Partito dei Lavoratori, quello a cui appartiene Rousseff e che sostiene il suo governo.
Le manifestazioni di ieri sono state organizzate in più di 200 città in tutto il Brasile: a quella di San Paolo – la più numerosa – si sono raccolte 135.000 persone, mentre 25.000 hanno partecipato al corteo di Brasilia e c’è stato un corteo partecipato anche a Rio de Janeiro. In tutto si stima che circa 300.000 persone abbiano partecipato alla giornata di proteste in tutto il paese. Le manifestazioni sono state pacifiche: in molte città c’erano carri con la musica, persone in costume e improvvisati gruppi di percussionisti che usavano pentole e altri oggetti per fare rumore.
Anche se Rousseff non è stata direttamente toccata dalle indagini e dalle accuse di corruzione, in molti la accusano di non aver fatto abbastanza per contrastare la corruzione nel suo partito e nel suo governo: già lo scorso marzo una grande manifestazione a San Paolo a cui avevano partecipato più di 200.000 persone aveva chiesto le sue dimissioni. Nella storia del Brasile è già successo una volta che un presidente venisse cacciato a partire da manifestazioni di piazza: nel 1992, a seguito di una grande manifestazione contro uno scandalo di corruzione che aveva coinvolto il governo, l’allora presidente Fernando Collor era stato messo sotto accusa e poi destituito. Tra il 2005 e il 2006 la storia relativa a una compravendita di voti aveva seriamente minacciato il governo Lula.
Per il momento la posizione di Rousseff sembra comunque ancora sicura, per quanto più difficile di qualche mese fa. L’opposizione è divisa in tanti piccoli partiti e lei si sta muovendo per rendere meno probabile la messa in stato di accusa: come spiega il Guardian, per esempio, Rousseff nelle ultime settimane ha rafforzato i rapporti con Renan Calheiros, presidente del senato e leader del PMDB, il partito principale alleato dell’attuale governo.