I nuovi sospetti di doping nell’atletica
Il Sunday Times ha accusato la IAAF di avere bloccato la pubblicazione di uno studio sulla diffusione del doping negli atleti prima dei Mondiali in Corea del Sud del 2011
Nei primi giorni di agosto un giornale britannico e un gruppo radiotelevisivo tedesco – Sunday Times e ARD – hanno avuto accesso ai risultati di oltre 12mila esami del sangue fatti negli ultimi 11 anni a circa 5mila atleti che competono ad alto livello nelle diverse discipline dell’atletica leggera. Secondo il Sunday Times i valori e i dati presenti in quegli esami rivelavano molti ed evidenti casi di doping: un terzo delle medaglie vinte in prove di resistenza dal 2001 al 2012 erano stata ottenute con l’aiuto del doping. Il 15 agosto il Sunday Times ha pubblicato un nuovo articolo che contiene nuove accuse riguardanti il doping e l’atletica leggera.
Il Sunday Times spiega che nel 2011 la WADA – l’agenzia mondiale per l’antidoping – finanziò uno studio fatto dall’università di Tubinga, in Germania. Nel 2011 ci furono i Mondiali di atletica leggera a Daegu, in Corea del Sud, e alcuni ricercatori dell’università andarono lì per intervistare centinaia di atleti. I risultati della ricerca sono stati fatti arrivare in maniera anonima al Sunday Times e ARD. Secondo i risultati ottenuti dell’università di Tubinga, circa un terzo dei 1.800 atleti che parteciparono a quel Mondiale avevano violato nei 12 mesi precedenti alcune norme antidoping. Lo studio è del 2011 ma non è mai stato reso pubblico: secondo il Sunday Times perché la IAAF – l’Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera – ha impedito che venisse pubblicato, in accordo con la WADA.
Nei primi giorni di agosto la IAAF aveva spiegato che i risultati degli esami del sangue erano veri ma il Sunday Times e ARD erano stati inaccurati nell’analizzarli e nel trarre le loro conclusioni. Parlando dello studio dell’università di Tubinga, la IAAF ha invece detto solo che “si sta discutendo con la WADA riguardo alla pubblicazione dello studio”. Lo studio fatto dall’università non è comunque in nessun modo una diretta prova di uso di doping: gli atleti hanno volontariamente risposto a delle domande (sembra quindi strano che nel farlo potessero ammettere l’uso di doping) relative all’eventuale violazione di norme antidoping. Violare una norma può voler dire molte cose e seppur può aumentare i sospetti di doping non necessariamente corrisponde all’aver fatto uso di sostanze dopanti.
L’attuale presidente IAAF è il senegalese Lamine Diack e il 18 agosto ci sarà l’elezione del nuovo presidente: i due sfidanti sono il britannico Sebastian Coe – vincitore di un oro olimpico nei 1.500 metri, nel 1980 – e l’ucraino Serhij Bubka, campione di salto con l’asta e vincitore di un oro olimpico nel 1988. Dal 22 al 30 agosto ci saranno a Pechino i Mondiali di atletica leggera, la precedente edizione si è tenuta a Mosca, in Russia, nel 2013.