La Réunion, i surfisti e gli squali
È un'isola grande 2.500 chilometri quadrati e una delle destinazioni preferite dai surfisti: ma da qualche tempo è anche il luogo al mondo dove gli squali uccidono più persone
La Réunion è un’isola grande 2.500 chilometri quadrati che si trova nell’Oceano Indiano, al largo del Madagascar e vicino alle isole Mauritus. È un dipartimento d’oltremare della Francia: da quelle parti si parla francese, si usa l’euro e si vota per le elezioni come fa ogni regione della Francia. La Réunion ha meno di un milione di abitanti e molte belle spiagge particolarmente apprezzate dai surfisti; però anche l’area al mondo in cui negli ultimi gli squali hanno ucciso più persone. Dal 2011 a oggi gli squali vicino alle coste di La Réunion hanno attaccato 18 persone, uccidendone 7. Il 13 per cento delle persone che negli ultimi cinque anni nel mondo sono state uccise da degli squali stavano nuotando vicino alle spiagge di La Réunion.
Inside La Réunion's shark cull: why the locals want them dead http://t.co/mgUCLSUyc5 via @SBS #nosharkcull #LaReunion pic.twitter.com/RiO6MIVQvi
— Blue Planet Society (@Seasaver) April 8, 2014
Dal 2013 il governo di La Réunion ha vietato la balneazione a causa degli squali e negli ultimi mesi ci sono stati costanti dibattiti che hanno coinvolto il governo locale, il governo francese, gli animalisti e i gestori di attività turistiche, molto penalizzati dalla fama che La Réunion ha acquisto negli anni e ancora di più dal divieto di balneazione. Il Telegraph ha scritto: «I surfisti sono contro il governo, quelli che frequentano le spiagge sono contro i conservazionisti, quelli che lavorano nel turismo sono contro gli scienziati e il dibattito su cosa fare sta diventando sempre più turbolento». Il New York Times scrive che «molte persone a La Réunion credono che se un problema simile ci fosse stato sulle coste mediterranee della Francia, il governo se ne sarebbe occupato molto più in fretta».
Secondo molti abitanti di La Réunion il divieto di balneazione è infatti servito solo a fare “cattiva pubblicità” all’isola, senza però affrontare il problema. Il divieto di balneazione si è poi rivelato inefficace perché nonostante gli avvisi – gli evidenti dati sugli attacchi di squali al largo di La Réunion – alcuni surfisti hanno continuato a praticare il loro sport nelle acque dell’isola. Ad aprile è morto Elio Canestrini, surfista francese di 13 anni, e da allora il “suo nome è stato scritto sui muri, sulle panchine e sui cartelli stradali delle città di mare dell’isola”.
Canestrini è diventato il simbolo di quei surfisti e quei cittadini che criticano il governo per il divieto di balneazione e per l’assenza di altri più utili provvedimenti. Al momento non è però nemmeno chiaro perché a La Réunion ci siano stati così tanti attacchi negli ultimi anni. Le versioni sono molte, e spesso addirittura opposte: secondo alcuni la troppa pesca ha tolto prede agli squali che, affamati, si sono spinti più vicino alle coste. Altri dicono invece che gli squali sono aumentati perché è stata creata un’area naturale (in cui la pesca è vietata) e perché dagli anni Novanta è vietato mangiare carne di squalo (e quindi ne è stata di fatto eliminata la pesca).
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Dal 2011 a oggi i turisti che hanno scelto La Réunion per le loro vacanze sono diminuiti del 14 per cento. Secondo alcune stime ogni attacco di uno squalo alla Réunion costa al settore turistico circa un milione di euro. Il Telegraph scrive che da ottobre saranno installate delle reti che proteggeranno le acque davanti alle principali spiagge di La Réunion e che otto persone saranno assunte per controllare costantemente che le reti siano efficaci e integre. Nei prossimi mesi il governo di la Réunion pensa anche di provare a sviluppare un sistema di rilevazione degli squali che permetterà di far partire un allarme ogni volta che uno squali si avvicina alle spiagge.